I numeri da cui è partita Aica prima di avviare il progetto e4job che ha portato allo sviluppo dell’omonima app per smartphone e tablet (Android e iOS) sono abbastanza impressionanti.

Il 30% degli italiani si connette ad Internet solo tramite smartphone (fonte Istat); il 54% dei professionisti è totalmente o parzialmente deskless (cioè senza scrivania), quindi lavora in mobilità; ciascuno di noi sblocca il proprio smartphone 9 volte ogni ora (in media); il 56% delle persone ritiene di non avere tempo per fare formazione attraverso corsi strutturati tramite Pc; il 76% vorrebbe che la formazione online fosse quanto più semplice, immediata, intuitiva; e infine il 32% abbandonano un sito internet se la pagina impiega più di 3 secondi a caricarsi. 

“Questi numeri – afferma Francesca Iaia Bertinotti, Sales, Marketing & Business Strategy Director Skilla – ci dicono che il modo di apprendere cambia, è cambiato, e deve necessariamente cambiare”. 

E così che Aica, IAL Friuli Venezia Giulia e Skilla hanno deciso di adottare la modalità del microlearning attraverso l’app e4job ovvero un programma composto da una serie di contenuti e strumenti organizzati, mirati a facilitare la crescita diffusa di “consapevolezza digitale” delle persone, fino alla certificazione della preparazione, validata da Accredia. 

Si può studiare anywhere, anytime, anyone e siamo tutti coinvolti, sottolinea Remy Da Ros, Direzione Innovazione IAL FVG: aziende, pubblica amministrazione, studenti universitari, organizzazioni, singoli che vogliono evolvere. 

“Il micro-learning prevede dei contenuti da 3 a 5 minuti, molto brevi, che negli States chiamano learning-nuggets, dei bocconcini di formazione, atomi autoconsistenti e a sé stanti. Contenuti facilmente comprensibili, che aiutano a far crescere la consapevolezza e che possono essere approfonditi di volta in volta e che soprattutto sono coinvolgenti” – sottolinea Francesca Iaia Bertinotti

E secondo l’Università di Dresda, con la modalità di apprendimento tramite il micro-learning, oltre a essere molto intuitiva, la memorizzazione dei contenuti è del 20% più alta. 

Siamo quindi pronti a fare un’operazione simile a quella che aveva attuato anni fa il professor Manzi tramite il piccolo schermo e sui canali Rai, ma questa volta in ambito digitale. Tradotto in metafora, la trasformazione digitale è un treno che passa una volta e bisogna farsi trovare già pronti per salire a bordo.