Se un’azienda vuole avere successo, deve concentrare il proprio programma di benessere sull’aumento della produttività del personale. È questo uno dei principali risultati emersi da Working Well: A Global Survey of Workforce Wellbeing Strategies, una nuova ricerca realizzata da Xerox HR Services basandosi su 428 aziende in 33 Paesi.

L’aumento della produttività del personale, al quarto posto tra le priorità del 2014, ha infatti raggiunto la testa della classifica di quest’anno superando altri obiettivi come l’engagement del personale, ma anche l’attrazione e il mantenimento di nuovi talenti.

Il benessere va oltre la salute di una persona e include anche gli aspetti fisici, mentali/emotivi e finanziari di una persona, ciascuno dei quali può avere un impatto negativo sulla produttività del dipendente. Le aziende stanno quindi definendo le rispettive iniziative in quest’ambito, riconoscendo in particolare gli effetti negativi provocati di un ridotto benessere finanziario.

Per due terzi degli intervistati, infatti, questo ha causato una diminuzione della produttività, mentre la metà dei rispondenti alla ricerca parla di crescenti assenze dal lavoro dovute a preoccupazioni di natura finanziaria.

Produttività del personale

“In passato l’equivalenza lavoratore sano uguale lavoratore produttivo era considerata poco più di una teoria. Oggi invece, grazie al contributo di dati aggregati e analytics, il ROI generato è nettamente più forte” ha commentato John Gentry, Presidente di Xerox HR Services.

Cultura del benessere

Se solo il 33% degli intervistati afferma di possedere una solida cultura del benessere aziendale, l’83% aspira a costruirla in futuro. Il 74% di coloro che hanno partecipato al sondaggio considera le iniziative di benessere aziendale come un elemento importante della value proposition offerta dall’azienda ai dipendenti, in grado di supportare le politiche di assunzione e mantenimento dei talenti in azienda.

Lo sviluppo di una cultura del benessere sta diventando sempre più personale e include anche attività di supporto ai dipendenti per aiutarli a gestire le loro finanze. La ricerca, infatti, ha rivelato che quasi tutti i partecipanti offrono programmi per la sicurezza finanziaria e la preparazione al pensionamento (92%) e programmi per la formazione e le competenze in ambito finanziario (91%).

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Programmi di questo tipo sono in netta crescita, con il 24% delle imprese che li propongono da circa un anno e un altro 39% che ne ha implementati negli ultimi due-cinque anni.

Infine, mentre solo il 36% degli intervistati afferma di aver misurato a livello globale i risultati specifici generati dai programmi di benessere, tre intervistati su quattro affermano che le iniziative di benessere aziendale implementate hanno avuto un impatto medio o elevato sul miglioramento dell’engagement e del morale del personale, dell’immagine dell’azienda, del benessere complessivo dei dipendenti e della capacità di attirare talenti, oltre che delle performance e della produttività dei lavoratori.