Secondo un nuovo report di Forrester, le aziende che hanno tagliato o stanno tagliando personale in nome dell’efficienza portata dall’IA potrebbero presto fare marcia indietro. Secondo lo studio infatti, la metà dei licenziamenti attribuiti all’IA sarà in realtà annullata entro i prossimi due anni e, in molti casi, le stesse posizioni verranno ricoperte nuovamente.

Negli ultimi mesi, diverse multinazionali hanno giustificato massicci tagli di personale con l’introduzione di nuovi sistemi di automazione basati su IA. Tuttavia, secondo Forrester, questa strategia rischia di rivelarsi una mossa prematura e controproducente, soprattutto quando le motivazioni economiche prevalgono su una reale integrazione tecnologica.

Licenziare per “colpa” dell’AI: una promessa che non regge?

Il report di Forrester descrive un quadro chiaro: “Molte aziende sostengono di tagliare posti di lavoro a causa dell’IA. In alcuni casi, questi tentativi si trasformano in fallimenti spettacolari, mentre in altri l’intelligenza artificiale non sostituisce affatto i lavoratori umani. Troppo spesso, i dirigenti licenziano in vista di una promessa futura dell’IA, non per i risultati che può offrire oggi.”

Il paradosso è che per molte aziende i tagli motivati dall’intelligenza artificiale finiscono per generare più costi e inefficienze. Secondo Forrester, il 55% dei datori di lavoro si è pentito di aver licenziato dipendenti con la scusa dell’automazione. Inoltre, più manager prevedono un aumento del personale (57%) grazie all’AI rispetto a quelli che si aspettano una riduzione (15%). In altre parole, l’intelligenza artificiale non sta distruggendo posti di lavoro, ma sta cambiando il modo in cui vengono distribuiti.

Il lavoro che torna, ma a condizioni peggiori

Crediti: Shutterstock

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Forrester prevede che gran parte delle mansioni tagliate rientreranno nel giro di poco tempo, ma trasferite all’estero o a salari più bassi. La pressione sui costi spingerà infatti le aziende a delocalizzare i ruoli sostituiti inizialmente con automazione, soprattutto nelle funzioni più standardizzabili.

Uno dei settori più colpiti sarà quello delle risorse umane, dove i tagli potrebbero arrivare fino al 50%. I team HR, però, continueranno a dover offrire lo stesso livello di servizio, affidandosi a strumenti di pianificazione del personale e di selezione basati su IA. Nonostante ciò, Forrester mette in guardia contro il rischio di “AI washing”, ossia l’acquisto di soluzioni di mercato etichettate come intelligenti ma prive di reale efficacia. Solo una minoranza di aziende, sottolinea il rapporto, dispone oggi delle competenze necessarie per distinguere le vere tecnologie IA dai semplici prodotti di marketing.

L’IA non è ancora pronta per tutto

Il clima di incertezza attorno all’adozione dell’intelligenza artificiale non riguarda solo l’occupazione. Anche i risultati tecnici infatti lasciano spesso a desiderare. Nel settore del CRM, ad esempio, uno studio condotto dal ricercatore di Salesforce Kung-Hsiang Huang ha mostrato che gli agenti IA basati su LLM raggiungono solo il 58% di successo nei compiti che richiedono una singola azione, senza necessità di ulteriori informazioni.

Inoltre, questi sistemi faticano a comprendere concetti fondamentali come la riservatezza dei clienti, un aspetto che limita fortemente la loro applicazione in ambiti sensibili. Non sorprende quindi che alcune aziende, come Klarna e Duolingo, abbiano ridimensionato la loro strategia IA dopo un iniziale entusiasmo.

Nel frattempo, Gartner prevede che entro la fine del 2027 oltre il 40% dei progetti di intelligenza artificiale “agentica” sarà cancellato, principalmente a causa dei costi crescenti, della mancanza di valore commerciale chiaro e della scarsa gestione dei rischi.

Nonostante le difficoltà, la Silicon Valley continua a promuovere l’idea di un futuro interamente automatizzato. Molti CEO vantano pubblicamente i progressi delle proprie soluzioni IA, mentre contemporaneamente annunciano licenziamenti di massa. È il caso di Salesforce, il cui co-fondatore e CEO Marc Benioff ha dichiarato a settembre che l’azienda aveva eliminato 4.000 posizioni nel supporto clienti grazie agli agenti IA introdotti internamente. Secondo Benioff, questi strumenti renderebbero superfluo sostituire gli ingegneri del supporto tecnico, permettendo al personale rimanente di essere ricollocato in altri dipartimenti.

Eppure, guardando alle previsioni di Forrester, è probabile che una parte consistente di questi ruoli verrà riaperta nel prossimo biennio, magari sotto nuove etichette o in sedi diverse e con un mondo del lavoro più frammentato, con meno stabilità per i lavoratori e una crescente dipendenza da sistemi automatizzati che ancora non comprendono appieno le sfumature del lavoro umano.

(Immagine in apertura: Shutterstock)