Dimension Data ha presentato oggi un nuovo report che esamina lo stato attuale delle implementazioni dell’hybrid IT, ovvero l’utilizzo di molteplici modelli di implementazione per fornire un unico workload o un’unica applicazione come parte delle strategie data centre e cloud aziendali.

Il Report Success Factors for Managing Hybrid IT, condotto su 1.500 responsabili decisionali di Stati Uniti, Europa, Asia Pacifica e Sud Africa, rivela che l’hybrid IT si sta affermando come modello aziendale standard, ma le ragioni di questa adozione sono diverse.

Le aziende di Hong Kong, UK e Stati Uniti identificano ad esempio come ragione principale la domanda degli utenti finali, mentre gli intervistati di Francia, Singapore e Sud Africa riportano più frequentemente i costi. Le aziende malesi annoverano ragioni legate alle sfide occupazionali e quelle tedesche menzionano la capacità limitata dei data center tra i fattori motivanti più comuni.

“Con il trasferimento dei dati e dei processi in ambienti cloud e non-cloud tra loro diversi si rende necessario un nuovo modello di gestione e i primi a subire la pressione di questo cambiamento sono i responsabili IT” ha dichiarato Jason Goodal, Group CEO di Dimension Data.

La migrazione dei dati emerge dalla ricerca come una prova con cui confrontarsi e il 44% degli intervistati ritiene che, nel processo di scelta di migrazione dei workload o dello spostamento verso nuove sedi, non sia semplice individuare e selezionare le modalità migliori. Se il 38% delle aziende intervistate dichiara di utilizzare l’automazione per accelerare la migrazione delle applicazioni, il 48% afferma che questa migrazione è manuale e laboriosa o che utilizzano risorse interne.

Dalla ricerca emerge anche come, nonostante le preoccupazioni relative alla sicurezza, compliance e alle problematiche di integrazione, le organizzazioni stiano adottando tecnologie di networking di prossima generazione come l’SDN e la virtualizzazione delle funzioni di rete.

Le aziende coinvolte nello studio stanno impiegando una porzione significativa del proprio budget IT anche per coinvolgere fornitori di servizi esterni per servizi professionali e gestiti per differenti ragioni, come ridurre i costi, liberare lo staff IT per dedicarlo ad altri progetti, migliorare la sicurezza e offrire una competenza tecnologica specializzata.

La ricerca evidenzia infine che il 41% delle organizzazioni opera con molteplici vendor, mentre il 37% collabora con un unico vendor che può offrire un’ampia gamma di prodotti e servizi da lui realizzati e gestiti.