Il CIO Club Italia si incontra a Palermo per il suo terzo evento nazionale
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Si è tenuta lo scorso weekend a Palermo la terza edizione dell’evento nazionale Tra tecnologia e cultura organizzato dal CIO Club Italia. L’appuntamento arriva in un momento di grande cambiamento dell’associazione, che quest’anno si è costituita come Ente del terzo settore, ha visto la nomina di Imma Orilio come Presidente, che ha raccolto il testimone dal fondatore Pasquale Testa, e ha lanciato tavoli di lavoro su punti programmatici che dovranno portare a un congresso elettivo nel prossimo futuro.
Un centinaio di soci e delegati regionali si sono ritrovati per una tre giorni di confronto, aggiornamento tecnologico e di riflessione sul ruolo della figura non solo all’interno delle aziende, ma anche per la società nel suo complesso.
DigitalWorld era media partner dell’evento, e ho avuto personalmente il piacere di presentare la prima giornata di lavori e moderare la tavola rotonda sulla cybersecurity.
Accanto alle quattro tematiche tecnologiche affrontate nelle tavole rotonde (Intelligenza Artificiale, Quantum Computing, Data Governance e – appunto – Cybersecurity), hanno infatti trovato molto spazio gli interventi delle istituzioni e dei rappresentanti di iniziative di partenariato pubblico-privato legate al mondo dell’innovazione tecnologica. Non a caso, la seconda giornata dei lavori si è svolta a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea della Regione Siciliana.
Per realizzare i tanti progetti PNRR in tempo utile, le competenze e l’esperienza dei CIO è fondamentale
“Siamo in un momento in cui la pubblica amministrazione è in grande trasformazione, grazie anche alle risorse messe a disposizione dal PNRR, ma per poter realizzare i tanti progetti in tempo utile, le competenze e l’esperienza dei CIO è fondamentale”, afferma Imma Orilio.
L’innovazione nella PA locale
Spazio quindi alle strutture che agevolano il trasferimento tecnologico e di visione, e semplificano l’accesso alle risorse pubbliche a supporto dell’innovazione. “Come azienda interna che supporta l’innovazione per il Comune di Palermo, stiamo attraversando una terza fase di trasformazione, afferma Giovanna Cavallo, Presidente di Sispi. Dal supporto nella definizione dei processi informatici, al governo della trasformazione digitale, stiamo ora introducendo momenti di consultazione con i cittadini, per capire quali sono gli ostacoli che incontrano nell’utilizzo dei servizi digitali e portare sui tavoli di negoziazione con i fornitori, per collaborare alla definizione di una soluzione”.
C’è però una nota dolente nella collaborazione e co-creazione tra pubblico e privato, ed è il rischio legale che gli amministratori si assumono nell’assegnare i lavori con bandi dalle caratteristiche innovative.
Co-progettazione e il partenariato sono modalità ideali per l’innovazione, ma serve una PA coraggiosa per adottarli
“Nella co-progettazione, l’amministrazione corre sempre il rischio di essere soggetta a ricorsi o procedimenti della Corte dei Conti”, afferma Orilio rincalzata da Massimo Rizzuto, dirigente settore Partenariato Pubblico-Privato, progetti strategici e attrazione investimenti del Comune di Palermo: “le amministrazioni indicono aste al massimo ribasso per blindarsi dal punto di vista legale, oppure ricorrono al project financing per affidare a un terzo la responsabilità, mentre la co-progettazione e il partenariato suddividono il rischio, ma serve una PA coraggiosa per adottarli”.
Il territorio e il nodo della burocrazia
L’innovazione delle imprese passa necessariamente dall’accesso alle tecnologie e alla formazione, con iniziative come quelle del Polo Meccatronica e il suo acceleratore di startup Bravo Innovation Hub, con corsi di formazione e iniziative per abilitare il south working.
Il Presidente Antonello Mineo (qui la nostra intervista realizzata nel corso della scorsa edizione) ha anche annunciato la creazione di un datacenter a Termini Imerese che servirà il polo ma anche le aziende del territorio, realizzato grazie alla sponsorizzazione di Active Solutions e Schneider Electric.
Per l’accesso agli incentivi all’innovazione da parte delle aziende locali, la burocrazia rimane un ostacolo importante: “I costi della burocrazia per le aziende sono stimate in 50 miliardi di euro. Una cifra enorme”, sottolinea Giuliano Forzinetti, Assessore alle Attività Produttive del Comune di Palermo.
Ecco quindi che organismi come gli European Digital Innovation Hub focalizzati sull’innovazione di imprese e PA, “possono venire in auto nel fare un assesment tecnologico delle iniziative di ricerca e sviluppo e fornire una bussola nella giungla normativa dei fondi e incentivi per migliorare le probabilità di accettazione e ridurre il time to grant”, dice Enza Spadoni, Responsabile Area Trasferimento Tecnologico del Centro di Competenza Nazionale ad Alta Specializzazione del Mimit ARTES 4.0.
Nonostante gli ostacoli, ci sono però progetti che vengono completati, anche mettendo l’Italia in una posizione di eccellenza nel panorama europeo e globale. “In un anno abbiamo concluso diciannove obiettivi del PNRR al 100%, contribuendo in modo importante alle milestone da raggiungere per l’ottenimento della quinta rata”, dichiara Alessandro Musumeci, capo Segreteria Tecnica del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica, precisando però che “siamo però a metà del guado e abbiamo due anni per completare tutti i progetti per un valore di sei miliardi di euro”. Tra i progetti del Sottosegretariato in corso ci sono IT Wallet, “progetto in continuità con SpID sul quale abbiamo un primato europeo, una piattaforma di interoperabilità tra diverse PA per permettere lo scambio di informazioni necessario a evitare che il cittadino continui a fare il portalettere, spostando informazioni da una PA all’altra, e il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, che entro giugno 2026 offrirà ai cittadini di accedere a tutti i suoi dati sanitari, non solo dal sistema pubblico ma anche da quello privato”.
I piani per il prossimo futuro
In chiusura di manifestazione, e a commento della presentazione di un tavolo di lavoro sulle mansioni retribuzioni nella funzione IT, la Presidente Orilio ha posto nuovamente l’accento sul ruolo del CIO: “Dobbiamo smetterla di lamentarci del fatto che aziende e società non capiscono la nostra figura e ci vedono solo come tecnici, chiedendoci se prima di tutto questo ruolo è chiaro a noi”, ha detto.
Riguardo al libro bianco che sarà prodotto dalla ricerca sulle mansioni e che sarà presentato il prossimo anno alla Camera dei Deputati, ha dichiarato che tra le altre cose dovrà chiarire quali sono le qualifiche e le certificazioni richieste a ogni figura, “ma attenendoci alle normative e alle certificazioni esistenti, senza inventarne di nuove, perché in Italia esageriamo nel produrre leggi su leggi che poi sono di difficile applicazione”. Ha invece escluso che le certificazioni vengano richieste per la figura del CIO, perché “altre figure apicali come il CFO o il Direttore generale non richiedono di avere alcuna certificazione delle competenze”.
Orilio ha poi annunciato un’iniziativa, volta a perseguire le finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale dell’Associazione, per attivare corsi di formazione informatica all’interno degli istituti di pena, in particolare quelli giovanili: “l’utilità sociale è duplice: oltre a offrire una nuova opportunità a persone in difficoltà, contribuiremo a formare competenze di cui l’Italia ha un enorme bisogno”, ha concluso.