Apple Vision Pro è una sorta di visore magico per la realtà mista. Combina cioè il mondo virtuale e quello reale. È stato svelato quest’estate durante la Worldwide Developers Conference di Apple e dovremmo vederlo arrivare sul mercato all’inizio del 2024, inizialmente negli Stati Uniti e poi nel resto del mondo.

Con un approccio tecnologico innovativo, Apple Vision Pro permette di immergersi in un mondo che fonde contenuti digitali con quello che ci circonda, rimanendo quindi collegati al mondo reale ma potendo allo stesso tempo esplorare mondi virtuali mozzafiato. Sicuramente un bel passo avanti nel mondo dei visori a oggi sul mercato.

Uno degli aspetti più sorprendenti è che il visore è dotato di una fotocamera 3D che può catturare foto e video tridimensionali, rendendo l’esperienza coinvolgente e immersiva. Un’altra particolare caratteristica, eguagliata ad oggi solo dal PlayStation VR 2 di Sony è che è possibile controllare il software direttamente con gli occhi, con le mani e con la voce.

C’è però un piccolo dettaglio: il prezzo. Apple Vision Pro costa infatti 3.499 dollari. Sarà quindi una spesa considerevole, ma per appassionati di tecnologia e appartenenti al segmento di mercato definito “innovator”, potrebbe valerne la pena.

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L’Apple Vision Pro sicuramente rappresenta il futuro che bussa alla nostra porta, portando la realtà mista a un livello completamente nuovo ma, come con qualsiasi nuova tecnologia, ci sono impatti anche immateriali da considerare, come l’isolamento sociale e la dipendenza tecnologica. Dovremmo quindi essere consapevoli di queste sfide etiche mentre introduciamo nuove tecnologie nella nostra società.

Quando introduciamo nuove tecnologie nella nostra società dovremmo essere consapevoli delle sfide etiche che pongono

La dipendenza dalle tecnologie

La dipendenza tecnologica è un aspetto etico importante che si fa strada quando parliamo di tecnologie immersive come l’Apple Vision Pro. Questo visore offre un’esperienza così coinvolgente che potrebbe far sorgere la preoccupazione di una dipendenza da questo mondo virtuale. Quando sarà possibile avere accesso a mondi virtuali perfetti, immersivi ed interattivi, queste esperienze possono diventare così coinvolgenti che alcune persone rischiano di preferirle alla realtà.

Ciò che rende la situazione ancor più delicata è che la tecnologia di realtà mista, come Apple Vision Pro, può diventare di facile accessibilità, e trasformarsi presto in una sorta di “rifugio” accessibile con un semplice gesto, ed ecco, come facile accessibilità e fuga dai problemi, possono far nascere la dipendenza.

Gli utenti potrebbero trascorrere ore e ore all’interno di mondi virtuali, trascurando altre attività cruciali come il lavoro, lo studio, o persino il tempo trascorso con familiari e amici, ed infine tutto ciò può influenzare la salute mentale.

Un sondaggio online condotto da due ricercatori dell’Università di Amsterdam ha rivelato che, in base ai diversi sistemi di classificazione usati, una quota dal 2 al 20 percento degli utenti di realtà virtuale sviluppano un qualche tipo di utilizzo compulsivo del mezzo. Un dato che però è molto simile a quello di altre tecnologie non immersive, come i cellulari, i videogiochi o i social network.

Questo significa che potrebbero passare sempre più tempo immersi in queste esperienze, trascurando il mondo reale, rischiando di trasformarsi in un meccanismo di “fuga” dalla realtà, specialmente quando ci sono sfide o stress nella vita reale da affrontare.

Isolamento sociale, un fenomeno in calo dopo i lockdown

Guardando alle nuove generazioni, oggigiorno assistiamo a una tendenza in cui i giovani trascorrono sempre più tempo online, sia su piattaforme social che in mondi virtuali. Questo fenomeno può contribuire a una diminuzione delle interazioni faccia a faccia e al declino delle competenze sociali. Secondo una ricerca condotta da skuola.net, UniFirenze e La Sapienza per Generazioni Connesse, il 30% dei giovani dedica più di 5 ore al giorno alla connessione online, anche se rispetto agli anni precedenti, si registra una riduzione ulteriore di coloro che dichiarano di essere connessi per oltre 5 ore al giorno: attualmente sono il 47%, rispetto al 54% del 2022 e al 77% del 2021.

Il 30% dei giovani dedica più di 5 ore al giorno alla connessione online. Un dato in calo rispetto agli anni precedenti, su cui pesavano di più i lockdown

Questa controtendenza fa ben sperare per un migliore equilibrio tra la vita trascorsa online e quella offline, anche se l’effetto dell’introduzione di questi nuovi dispositivi, che sono notevolmente più immersivi rispetto alle tecnologie passate, poiché coinvolgono completamente i sensi dell’utente, è ancora oggetto di valutazione.

Un esempio estremo di isolamento sociale è rappresentato dagli “hikikomori” ovvero di giovani in Giappone (e in misura minore in altre parti del mondo) che si ritirano completamente dalla vita sociale, passando la maggior parte del loro tempo in isolamento, spesso nella loro stanza. Questo comportamento può essere attribuito a vari fattori, tra cui la pressione sociale, l’ansia e la depressione, ma la disponibilità di mondi virtuali e giochi online è spesso citata come un fattore contributivo.

Uno studio del governo giapponese stima che nel gli hikikomori in età lavorativa siano quasi un milione e mezzo, il 2 percento della popolazione, le associazioni e psicoterapeuti nostrani stiamo che in Italia il numero si aggiori sui 100.000 casi.

Le responsabilità dei tutori e l’etica dei vendor

Anche se non tutti gli utilizzatori delle tecnologie di realtà mista diventeranno “hikikomori”, è importante riflettere su come queste tecnologie possano influenzare la nostra vita sociale. È fondamentale mantenere un equilibrio tra il mondo virtuale e quello reale, incoraggiando le relazioni interpersonali, le esperienze offline e lo sviluppo di competenze sociali.

Con l’Apple Vision Pro e tecnologie simili, i genitori e gli educatori devono prestare attenzione a come i giovani utilizzano queste nuove tecnologie e guidarli verso un uso responsabile, per mitigare il rischio di dipendenza tecnologica con dispositivi di realtà mista e farne un uso equilibrato.

Gli sviluppatori e la Apple stesso in questo caso hanno anche una responsabilità etica nell’integrare funzioni che promuovono un uso equilibrato e consapevole dei loro prodotti, per esempio introducendo dei limiti di utilizzo o una informativa per i rischi sulla salute mentale.

Privacy e Sicurezza

La privacy e la sicurezza sono questioni critiche quando parliamo di tecnologie immersive.

Apple Vision Pro come dicevamo prima è dotato di una fotocamera 3D in grado di catturare non solo immagini e video, ma anche dati spaziali sull’ambiente circostante. Questo solleva domande sul trattamento di tali informazioni, chi ne ha accesso e come verranno utilizzate. Inoltre, il visore offre il controllo tramite occhi, mani e voce, il che significa che registra costantemente le interazioni dell’utente. Questi dati sono preziosi per migliorare l’esperienza, ma ci pongono davanti ad importanti tematiche legate alla privacy.

La videocamera che riprende gli occhi dell’utente poi potrebbe raccogliere informazioni sulla sua reazione emotiva agli stimoli a cui è esposto, un dato estremamente sensibile.

Chi ha accesso a questi dati e come verranno utilizzati?

È necessario assicurarsi che i dati siano trattati in modo etico e adeguatamente protetti per evitare la condivisione non autorizzata con terze parti o possibili rischi di sicurezza.

Mentre ci immergiamo in mondi virtuali con dispositivi come Apple Vision Pro, è necessario considerare la privacy e la sicurezza dei dati come questioni prioritarie, ed Apple dovrà adottare politiche chiare sulla privacy e implementare misure di sicurezza robuste per proteggere i dati dei propri utenti.

Accessibilità e Disparità Sociale

Il prezzo di Apple Vision Pro, fissato a $3,499, lo rende un dispositivo costoso e potenzialmente non accessibile a tutti. Questo solleva questioni di disparità sociale poiché non tutti saranno in grado di permettersi un dispositivo del genere. Il divario tra coloro che possono sperimentare la realtà mista e coloro che non possono potrebbe essere quindi evidente.

Le disparità sociali sono una preoccupazione reale, mentre alcuni potrebbero avere accesso a mondi virtuali mozzafiato e opportunità formative, altri potrebbero essere esclusi a causa delle barriere economiche. Questo può aumentare ulteriormente la divisione tra le persone, creando un divario digitale sempre più ampio. Per affrontare questa questione etica, è fondamentale che le aziende considerino l’accessibilità come parte integrante dello sviluppo di queste tecnologie, cercando di rendere i dispositivi di realtà mista più accessibili attraverso prezzi più equi o opzioni di pagamento flessibili.

Mentre alcuni potrebbero avere accesso a mondi virtuali mozzafiato e opportunità formative, altri potrebbero essere esclusi a causa delle barriere economiche

L’accessibilità è un diritto fondamentale, e garantire che le tecnologie di realtà mista siano accessibili a tutti è un obbligo etico. Come diceva Henry Ford: “c’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti”.

Per concludere

Personalmente, ritengo che la tecnologia debba servire a migliorare la vita delle persone, senza compromettere i valori umani fondamentali, dobbiamo utilizzare queste tecnologie in modo equilibrato, responsabile e consapevole. L’innovazione deve essere accompagnata da un impegno etico per garantire che il progresso tecnologico non minacci il nostro benessere sociale, psicologico e la nostra privacy.

La differenza con gli altri visori è il contesto d’uso. Se Apple Vision Pro verrà impiegato per scopi lavorativi, potrebbe obbligare le persone a un uso prolungato, aumentando il rischio di dipendenza. Ad oggi dispositivi come PS VR2 e Meta Quest sono spesso utilizzati per esperienze di intrattenimento e ludiche, dove l’uso potrebbe essere più discrezionale e segregato.

Le aziende produttrici, non devono guardare solo ai profitti, ma devono assumersi la responsabilità di affrontare gli impatti che queste portano alla nostra società e cercare soluzioni che permettano a tutti di beneficiare dell’evoluzione tecnologica.

Questo è un passaggio cruciale per il futuro delle tecnologie immersive. Bilanciare il potenziale entusiasmante di Apple Vision Pro con una riflessione profonda sulla responsabilità etica per plasmare un futuro digitale equo, sicuro e inclusivo per tutti sarà la sfida da affrontare.

(Immagine di apertura: generata con l’intelligenza artificiale)

Alain Onesti
Esperto con oltre 20 anni di esperienza nella gestione di team IT e progetti di trasformazione digitale, con un background che spazia dalle startup alle aziende globali. La sua carriera ha attraversato diversi settori, tra cui IT, digital ed education, vivendo in città come Milano e New York. Autore di tre libri e ha contribuito a vari articoli e pubblicazioni di ricerca STEM, con un focus sull’etica e l’aspetto umano della trasformazione tecnologica e dell’intelligenza artificiale. Possiede oltre 10 certificazioni tecniche e manageriali, tra cui Microsoft Azure AI, IBM Applied AI Professional (V3), PMP e ITIL V4. Membro di associazioni internazionali autorevoli come AIxIA, IEEE Computer Society e PMI e delegato della regione Lombardia del CIO Club Italia.