L’Università Statale di Milano fa grandi passi avanti nella collaborazione fra tecnologia digitale e medicina con l’obiettivo di una maggiore personalizzazione degli interventi. Con il progetto di ricerca Printmed-3D scientifica e tecnologica multidisciplinare ha come obiettivo la creazione di nuove soluzioni abilitanti per la medicina personalizzata e per la formazione avanzata in ambito medico e chirurgico.

Il progetto, frutto della collaborazione tra fisici e clinici dell’Università degli studi di Milano, “Consiste nell’utilizzo della stampa 3D o stampa additiva o tramite l’utilizzo di nuovi materiali sviluppati ad hoc per stampare repliche esatte di organi di pazienti e permettere ai chirurghi di esercitarsi prima dell’intervento chirurgico, come un simulatore di volo per un pilota, oppure di addestrare specializzandi a prassi chirurgiche complesse in maniera poi da poter esercitare sul paziente direttamente in maniera più rapida, sicura e benigna per il paziente”, ha spiegato ad Askanews Paolo Milani, professore ordinario di Struttura della Materia Università degli Studi di Milano.

I dati dell’imaging base di partenza

Poter estrarre da immagini di Tac o di risonanza un organo tridimensionale che riproduce in qualche modo la lesione che dobbiamo studiare e loro riescono a ristamparcela e a riprodurcela in maniera fedele, quindi con le stesse dimensioni e la stessa consistenza, è una cosa straordinaria – evidenzia Gian Vincenzo Zuccotti, Ordinario di Pediatria generale e specialistica all’Università degli Studi di Milano -. Questo permette ai chirurghi e a tutti coloro che devono operare di poterlo fare nei giorni precedenti, questo ovviamente lo riserviamo a quei casi molto complicati”. Altri effetti collaterali riguardano il risparmio per gli ospedali con la riduzione delle sale operatorie, sedute e degenze. Altri riflessi si potrebbero avere con la riduzione dei contenziosi per colpa medica.

Se pensiamo soltanto alle ricadute che può avere dal punto di vista medico-legale e sui consensi informati “- precisa Zuccotti. “Oggi i pazienti davanti a grandi interventi complessi devono leggere decine e decine di pagine, cercano anche i nostri colleghi di spiegarle al meglio ma uno che non fa quel mestiere fa fatica a capirlo. Mostrare a loro questo organo, la sua lesione, come il chirurgo lo approccerà e quali sono le cose a cui potrà andare incontro, credo che così la gente si avvicinerà più tranquillamente credo che anche tutti contenziosi che nascono soprattutto incomprensioni, cose dette e non dette tra il paziente e i chirurghi, probabilmente non dico che si azzereranno ma saranno molto molto ridotti”.

Medici e fisici

Accanto a Printmed-3D c’è la startup Huvant (Haptic Human and Veterinary Phantoms), spin off frutto della collaborazione fra Gian Vincenzo Zuccotti, Pro-Rettore dell’ateneo milanese e Preside della facoltà di medicina e chirurgia e Paolo Milani, fisico, professore ordinario di Struttura della materia e direttore del centro Interdisciplinare Materiali e Interfacce Nanostrutturati. Huvant è un progetto che aiuta i chirurghi a programmare al meglio gli interventi e migliora il training degli specializzandi.

L’unione fra tecnologia digitale e medicina ha permesso di mettere a punto la fedele riproduzione degli organi del paziente anche nelle malattie. Il progetto infatti consiste nella creazione di una nuova classe di piattaforme di simulazione chirurgica basate sull’utilizzo di modelli di organi stampati, ottenuti attraverso tecnologie di fabbricazione 3D e materiali polimerici innovativi in grado di simulare pienamente le proprietà meccaniche e funzionali dei tessuti biologici.

La piattaforma di simulazione ha un ruolo importante anche nei processi di training dei giovani neurochirurghi, oggi tipo artigianale che avvengono principalmente in clinica, direttamente su paziente, durante vere operazioni chirurgiche. Questo limita naturalmente il numero e la durata delle occasioni per la formazione specifica dei neurochirurghi e la preparazione pre-chirurgica.

“Le piattaforme di simulazione – sottolinea Tommaso Santaniello, CEO di Huvant – rappresentano una valida alternativa alla pratica su paziente, e costituiscono uno strumento ad alto contenuto tecnologico per una formazione chirurgica più sicura ed efficiente, riducendone tempi e costi, e sono al contempo una soluzione abilitante per la preparazione preoperatoria di interventi chirurgici complessi e per la validazione e test di dispositivi medici per la neurochirurgia, con sostanziali ricadute sul contenimento dei costi direttamente e indirettamente legati alla prassi chirurgica”.

La prima applicazione di questa tecnologia è dell’ASST Fatebenefratelli Sacco che ha firmato con Printmed-3D una convenzione che consentirà ai chirurghi di ottenere modelli di organi da operare.