A Cittiglio e La Spezia si procede tramite un sensore sotto la pelle per effettuare il controllo della glicemia.

A riceverlo, una donna affetta da diabete di tipo 1 con una glicemia molto variabile e quindi difficile da controllare con i mezzi tradizionali. “E’ un sistema innovativo e pratico, ma ancora poco diffuso” spiega Matteo Bernasconi, responsabile dell’ambulatorio di diabetologia dell’Ospedale.

Il sensore sottocute è un sistema innovativo per il monitoraggio costante della glicemia nei pazienti diabetici, che, sebbene sia disponibile da qualche anno, non trova però applicazione su larga scala, come dimostra il fatto che nel nord Italia i pazienti che lo utilizzano sono circa 300 mentre sono 90 in tutta la Lombardia.

Il chip e l’applicazione

Le ragioni sono sostanzialmente due – spiega Matteo Bernasconi – si tratta di un dispositivo pensato in particolare per pazienti con determinate caratteristiche, ovvero pazienti affetti da diabete di tipo 1 con un’elevata variabilità glicemica. La seconda ragione è una sorta di resistenza psicologica dei pazienti rispetto ad una soluzione che rappresenta in realtà la tecnologia più avanzata disponibile in questo momento per la cura del diabete“.

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Il chip viene inserito sottocute sul braccio con un piccolo intervento. Tramite un’app scaricabile sul cellulare del paziente e sul pc dello specialista, il dispositivo comunica il livello della glicemia rilevato ogni cinque minuti, consentendo al paziente di avere sempre un’indicazione puntuale e allo specialista un quadro completo dei livelli di glicemia, per fornire indicazioni terapeutiche mirate ed efficaci.

Il dispositivo per sei mesi rileva costantemente il livello di glicemia – spiega Bernasconi Dopo sei mesi deve essere sostituito, anche se in prospettiva stanno per arrivare nuovi sensori con una durata annuale. E’ una soluzione comoda e davvero molto utile per i pazienti che non riescono a compensare adeguatamente il diabete a causa di una elevata variabilità della glicemia. Per questo motivo, il nostro ambulatorio ha voluto iniziare a percorrere questa strada con l’intenzione di proporre l’applicazione di questo sensore a tutti quei pazienti diabetici che, per le loro particolari caratteristiche, ne sono i destinatari più indicati”.

Il processo di inserimento

Anche l’Asl 5 di La Spezia ha ripreso il programma di inserimento sottocutaneo del misuratore glicemico impiantabile nei diabetici di tipo 1 con ipoglicemie asintomatiche, precedentemente sospeso a causa della pandemia.

Fornito gratuitamente dal Sistema Sanitario Nazionale, su indicazione dei Centri Specialistici Diabetologici, in pazienti selezionati, il chip viene inserito in anestesia locale, in regione deltoidea con una piccola incisione di 4 mm.

Poi si utilizza un introduttore che crea una tunnellizzazione in cui inserire una guida su cui viene caricato il chip, che, raggiunto il derma profondo, vicino al tessuto adiposo, viene rilasciato.

La ferita viene suturata con un punto estetico rimosso dopo sette giorni. Non rimane alcuna cicatrice e la stessa sutura è riutilizzabile per le sostituzioni future. Altrettanto agevole è la rimozione, poiché si tratta di un sensore lungo un centimetro e mezzo con il diametro di uno spaghetto.

La sua costituzione non ha mai procurato infezioni ed evita la formazione di fibrosi, poiché è coperto da uno steroide a lento rilascio che mitiga la produzione di fibrina ed evita la formazione della capsula sottocutanea che ne limiterebbe la lettura.

Il progetto che utilizza Eversense XL, è nato quattro anni fa e permette ai pazienti di praticare attività sportive di contatto o subacquee.