Ospedali e sistemi sanitari si stanno preparando ad affrontare quello che potrebbe essere un 2023 eccezionalmente turbolento, secondo i risultati di una nuova indagine condotta dal Deloitte Center for Health Solutions. Focalizzata sul mondo statunitense l’indagine afferma che la stragrande maggioranza dei manager dei sistemi sanitari (85%) ha dichiarato che le sfide relative al personale avranno un impatto importante sulla loro strategia per il 2023; il 76% ha citato anche l’inflazione come fattore significativo. I problemi di accessibilità per i pazienti, la contrazione dei margini e le continue interruzioni della catena di approvvigionamento sono tra gli altri forti eventi contrari previsti dagli intervistati.

Burnout e sicurezza

Basata sulle risposte di 131 dirigenti di grandi sistemi sanitari, piani sanitari, aziende farmaceutiche e produttori di dispositivi medici, l’indagine sottolinea l’importanza della emergenza talenti dovuta a burnout, carenza di personale e turnover che sta spingendo molti dirigenti di sistemi sanitari a prestare maggiore attenzione alla salute mentale e al benessere dei propri dipendenti. Quasi tutti gli intervistati (95%) hanno dichiarato che investire nella propria forza lavoro nel 2023 è “importante” o “molto importante”. Una recente indagine condotta su 1.000 infermieri ha rilevato che la maggior parte (90%) ritiene che la qualità dell’assistenza ai pazienti possa risentire della carenza di personale infermieristico.

Crescono anche le preoccupazioni per la sicurezza dei dipendenti. Medici e infermieri, al pronto soccorso o in uno studio medico, sono a rischio non solo per l’esposizione al Covid-19 e ad altri agenti patogeni. Quest’anno inoltre sono state registrate numerose segnalazioni di violenza negli ospedali tanto che la sicurezza dei medici e dei dipendenti è una preoccupazione fondamentale. Purtroppo, circa il 25% degli infermieri ha riferito di essere stato aggredito fisicamente da un paziente o da un familiare di un paziente, e più della metà dichiara di aver subito abusi verbali o mobbing sul lavoro. La situazione è tale che metà degli infermieri intervistati di recente ha preso in considerazione l’idea di abbandonare la professione.

Negli Stati Uniti ci sono circa 3,1 milioni di infermieri registrati e il Bureau of Labor Statistics stima che entro il 2030 saranno necessari circa 1,2 milioni di nuovi infermieri, poiché l’invecchiamento della popolazione del baby boom richiede più servizi e gli attuali infermieri andranno in pensione. Per togliere un po’ di peso al personale clinico, alcuni sistemi sanitari hanno esternalizzato i compiti amministrativi a lavoratori di Paesi come l’India e le Filippine. Ma con l’aumento del costo della manodopera in questi Paesi, parte di questo lavoro potrebbe spostarsi in aree geografiche a basso costo, come la Nigeria e altre nazioni africane. I dirigenti degli ospedali e dei sistemi sanitari potrebbero anche cercare il modo in cui la tecnologia digitale potrebbe assumere alcune mansioni amministrative e di routine, in modo che il personale clinico possa dedicare più tempo a interagire direttamente con i pazienti. Ciò potrebbe contribuire ad alleviare lo stress e a migliorare i modelli di erogazione delle cure e del personale. Molti dipendenti inoltre chiedono maggiore flessibilità nelle modalità di lavoro.

Riguardo la trasformazione digitale che in Italia dovrebbe essere agevolata dai fondi del Pnrr, negli Stati Uniti la situazione è differente. Il costo del capitale, è l’analisi di Deloitte, potrebbe rendere difficile modernizzare sistemi antiquati e abbracciare la trasformazione digitale. Solo il 29% degli intervistati dei sistemi sanitari ha dichiarato che l’accelerazione della trasformazione digitale avrà probabilmente un impatto importante sulla strategia della loro organizzazione nel 2023, mentre il 63% pensa che avrà un effetto moderato. Tra i dirigenti dei piani sanitari, invece, si prevede che la trasformazione digitale accelerata avrà un “grande impatto” (43%) o un “impatto moderato” (50%) nel 2023.