La telemedicina può essere utile anche per l’osteoporosi. È questo l’obiettivo del progetto Teliot finanziato dalla Fondazione Cariplo con la partnership di Humanitas, Università Bocconi e Politecnico di Milano.

Patologia molto comune in Italia che colpisce una donna su tre oltre i cinquanta anni e un uomo su otto oltre i sessanta, l’osteoporosi vede meno del 50% di questi pazienti effettivamente in cura. Si tratta infatti di una malattia silente in molti casi diagnosticata solo a seguito di un evento fratturativo, la complicanza ultima della patologia cronica. Spesso, inoltre, i pazienti sospendono la terapia antiosteoporotica o non la praticano in maniera regolare. In questo modo il trattamento non risulta soddisfacente e non consente di prevenire adeguatamente le fratture.

Da qui parte il progetto Teliot mirato a valutare e approfondire l’utilizzo della telemedicina e della telemedicina potenziata da soluzioni digitali come le app per la cura dell’osteoporosi.

Monitoraggio del paziente

Abbiamo a disposizione alcuni strumenti validi nella lotta contro l’osteoporosi, come le reti regionali per la prevenzione dell’osteoporosi che consentono l’accesso dei pazienti ad ambulatori specifici per la patologia. Si possono anche prescrivere farmaci particolarmente efficaci, che vengono rimborsati dal Sistema sanitario nazionale e che dovrebbero consentire un facile accesso del paziente alle cure dell’osteoporosi. Ma persiste ancora il problema del gap terapeutico, dunque di quei pazienti che non sono trattati o che interrompono le terapie. È invece fondamentale non solo l’accesso del paziente al centro di riferimento, ma anche il suo monitoraggio, in particolare nei primi momenti della cura, quando possono manifestarsi gli effetti collaterali ai farmaci, o se il paziente ha dubbi e perplessità da dirimere. In questi casi può essere di grande utilità per ripristinare il rapporto tra medico e paziente un contatto da remoto”, spiega il Gherardo Mazziotti, Responsabile della Sezione di Ricerca, Diagnosi e Cura delle Malattie Osteometaboliche in Humanitas e Docente di Endocrinologia di Humanitas University.

La telemedicina è uno strumento che ha già dimostrato la sua efficacia e ora è necessario fare un passo in più: misurare questa efficacia e consentire al paziente l’accesso su richiesta; dunque, rendere possibili non solo gli accessi predefiniti dal planning ambulatoriale stabilito all’inizio del programma di cura ma garantire anche la comunicazione con il medico di riferimento ogni qual volta può essere necessario. Il progetto Teliot consente la valutazione dell’efficacia della telemedicina nel trattamento antiosteoporotico e l’utilizzo di un’app per consentire la richiesta di ulteriori teleconsulti”, continua Mazziotti.

Il progetto Teliot valuta prospetticamente per un anno l’impatto sull’aderenza alla terapia antiosteoporotica di un accesso ambulatoriale tramite telemedicina o tramite un’app che permette ai pazienti di richiedere teleconsulti secondo tempistiche diverse da quelle pianificate”, approfondisce Amelia Compagni, Coordinatrice del Progetto e Docente presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali e centro di ricerca sulla assistenza sanitaria (CeRGAS) dell’Università Bocconi.