Gli effetti della pandemia e degli interventi per effetto delle risorse rese disponibili dal programma Next Generation Eu sono il focus del 17° Rapporto Sanità elaborato dal Centro per la ricerca economica applicata in Sanità (Crea Sanità). Nelle 576 pagine del Rapporto c’è spazio anche per l’analisi della gestione dell’innovazione nel sistema sanitario italiano.

Con l’introduzione delle tecnologie, scrive il rapporto, il SSN deve necessariamente ripensare la propria organizzazione che deve comprendere servizi sanitari calibrati sulle esigenze di ogni territorio, ma anche coerenti tra loro a livello nazionale, multidisciplinarietà del lavoro sanitario assieme ai servizi di assistenza sociale, coordinamento sanitario delle attività specifico per ogni servizio di telemedicina e, innovazione nel coordinamento delle attività assistenziali territoriali.

Un centro per le visite a distanza

L’analisi parte dalla Telemedicina che “deve essere parte integrante della struttura organizzativa” e non incombenza collaterale rispetto alle mansioni principali.

Il servizio non deve quindi essere opera di un singolo erogatore ma “richiede necessariamente che le attività sanitarie siano coordinate all’interno del servizio da sanitari con adeguate competenze. Per svolgere tale nuovo compito medico-sanitario occorre riunire i necessari professionisti sanitari in un centro con funzioni operative”.

L’utilizzo della Telemedicina però deve comunque garantire l’equità di accesso dei cittadini ai servizi sanitari. “agire in Telemedicina – scrive il Rapportosignifica di fatto orientare con le tecnologie digitali i servizi sanitari verso la pragmatica ricerca della maggiore equità di accesso possibile, per tutte le persone, rinunciando alla vana ricerca dell’uguaglianza nella disponibilità delle risorse”.

Per questo è necessaria una definizione delle prestazioni di Telemedicina e indicazioni sulla loro erogazione, indicazioni sulla progettazione dei servizi, realizzazione di buone pratiche nazionali o linee guida nell’ambito della Telemedicina, un sistema di verifica e validazione nazionale e registro delle esperienze, indicazioni nazionali di riferimento per l’erogazione di terapie digitali, indicazioni nazionali di compatibilità tra le App per l’uso in sanità e i telefoni mobili degli utenti, verifica e validazione nazionale delle modalità di collaborazione pubblico-privato nella realizzazione di servizi in telemedicina e dematerializzazione delle prescrizioni, delle refertazioni, delle certificazioni.

La definizione dei requisiti tecnologici, delle tariffe per il rimborso delle prestazioni, dei metodi di valutazione e validazione delle applicazioni sociali e sanitarie e l’adozione di rigorosi processi di implementazione dei servizi socio-sanitari, sono altri passaggi fondamentali per assicurare una corretta erogazione di servizi non banali visto che il rapporto parla della Telemedicina come di “una tematica ultra-specialistica, caratterizzata dall’analisi multifattoriale di tutti gli elementi necessari a fondere al meglio possibile: le esigenze dei pazienti a cui ci si rivolge; le caratteristiche biomediche delle patologie; le caratteristiche del territorio in cui opera il servizio; le disponibilità di risorse economiche e professionali sanitarie; l’evoluzione tecnologica; le possibilità di modulazione organizzativa”.

Quello che emerge dal Rapporto Crea ma anche da altri studi, soprattutto dopo l’esperienza della pandemia, è la richiesta di una governance nazionale che contrasta con il protagonismo delle Regioni in ambito sanitario e il brulicare di iniziative di Telemedicina nate in questi mesi lungo la Penisola.

Anche per le App, infatti, Crea auspica che lo Stato italiano elabori proprie indicazioni nazionali volte a ricercare un equilibrio simile a quello adottato dalle imprese private, ma tale da garantire la migliore accessibilità ai servizi tramite la più alta compatibilità possibile tra le app rilasciate per l’uso in ambito sanitario e i dispositivi mobili utilizzati dagli utenti di un determinato servizio offerto dal SSN. Difficile essere ottimisti.