È la sentenza di un sondaggio IPSOS secondo il quale un italiano su tre, inoltre, ritiene che l’articolo 32 della Costituzione che sancisce la salute come diritto fondamentale dell’individuo, non sia oggi pienamente rispettato.

“Priorità e aspettative degli italiani per un nuovo SSN” è l’indagine condotta dall’Istituto di ricerca nel dicembre di quest’anno e presentata nel corso della quinta edizione dell’Inventing for Life Health Summit, quest’anno dedicato al tema “Investing for Life: la salute conta“, organizzato da MSD Italia. I dati indicano che rispetto al 2021 gli italiani hanno rivisto le loro priorità e oggi affermano che la sanità sia l’area su cui il governo dovrebbe investire più urgentemente. In classifica seguono il lavoro e, rispetto al 2021, appaiono anche i costi dell’energia.

Assistenza ospedaliera in testa

Sono cambiate anche le priorità su cui gli italiani ritengono che il Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe concentrarsi: se nel 2021 una delle tre principali era l’assistenza domiciliare (preferibile a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19), oggi è di maggior rilievo l’assistenza ospedaliera. Rimangono invece in cima alla classifica delle priorità la prevenzione e il Pronto Soccorso. Dietro l’assistenza, le aree considerate più importanti, ci sono la prevenzione con oncologia (72%), malattie metaboliche (30%), HIV (28%) ed epatite C (27%). Rispetto all’anno precedente la prevenzione passa però dal 44 al 32% probabilmente perché non sono ancora stati smaltiti gli effetti della pandemia. Secondo il presidente dell’Ipsos Nando Pagnoncelli ci si avvia però verso un ritorno alla normalità “con le persone che riprendono a preoccuparsi di prevenzione. Anche in questa indagine, dunque, l’area dell’oncologia rimane la più urgente, soprattutto al Nord Ovest e tra le donne“. Per quasi un italiano su 3 (29%), però, l’art. 32 della costituzione non viene rispettato. Le principali criticità che gli italiani riscontrano nell’ambito del sistema sanitario sono i tempi di attesa per accedere agli esami diagnostici necessari, per ricevere una prima visita e per ricevere una visita di follow-up.

Stato e Regioni in calo

Gli effetti del Covid si notano anche nella valutazione del Sistema sanitario nazionale e di quello regionale. Rispetto all’anno scorso i voti nella fascia 8-10 scendono dal 25 al 16% e quelli della fascia 6-10 dal 74 al 65%. In discesa anche i sistemi regionali che passano dal 31 al 24% per la fascia 8-10 e dal 69 al 62% per quella 6-10. Metà della popolazione, soprattutto al Nord, concorda sulla necessità di potenziare il sistema sanitario pubblico e il 29% si aspetta che il nuovo Governo intervenga proprio a favore della sanità pubblica rispetto a quella privata. Circa 2 italiani su 5 ritengono che l’Italia spenda in sanità pubblica meno rispetto al resto d’Europa, nonostante per il 76% essa debba essere una priorità strategica per il Paese soprattutto per le donne e per gli over 35. Riguardo al livello di soddisfazione solo il 6% è decisamente contento del Sistema sanitario nel suo complesso, ma emerge una forte richiesta di potenziamento del pubblico (52%) decisamente superiore a quella del privato (12%), mentre il 22% si dichiara insoddisfatto. Le Regioni (43%) sono considerate l’attore principale da potenziare rispetto allo Stato (32%). Circa metà della popolazione concorda sul fatto che i pazienti debbano essere attivamente coinvolti nei processi decisionali di cura, ma solo il 18% sostiene fermamente che venga data la giusta attenzione ai bisogni specifici del paziente nel percorso diagnostico-assistenziale. Quest’ultimo dato è in calo rispetto al 2021.

Intelligenza Artificiale e telemedicina

L’indagine si occupa anche dell’opinione degli italiani rispetto alla trasformazione digitale con la domanda: Alcuni dicono che i servizi digitali innovativi si diffonderanno sempre di più nella sanità. Secondo lei questa innovazione sarà positiva o negativa? A sorpresa rispetto al 2021 scendono gli apprezzamenti. Quelli più convinti passano dal 44 al 39% e gli altri dall’85 al 79%. Comunque circa due italiani su cinque sono convinti che l’intelligenza artificiale possa essere d’aiuto all’assistenza sanitaria. Un pensiero diffuso soprattutto tra gli uomini e al nord ovest. Due italiani su cinque sono fortemente favorevoli anche un uso più ampio della telemedicina, soprattutto gli uomini e i laureati. Il 70% della popolazione, in aumento rispetto al 2021, accoglie positivamente la diffusione dei servizi digitali nella medicina. Soprattutto gli uomini e i laureati. E se dovesse esprimere la sensazione che prova pensando a queste trasformazioni, quale tra queste sceglierebbe? Rassicurazione (25% nel 2022 contro 20% nel 2021), entusiasmo (21 vs 19%), diffidenza (18 vs 21%), stupore (11 vs 10%), ansia (11 vs 13%), incredulità (8 vs 10%) e paura che rimane stabile al 6%.

Era poi lecito aspettarsi un riconoscimento per l’industria farmaceutica e il suo ruolo durante la pandemia, ma in questo caso c’è qualche sorpresa. L’importanza dello sforzo di Ricerca & Sviluppo del Pharma nella lotta al Covid-19 era considerato con grande favore dal 48% ma nel 2022 questa percentuale si è ridotta al 41% e un paio di punti li perde anche l’immagine del farmaceutico dopo la pandemia. Commenta Pagnoncelli: “L’alleggerita pressione emergenziale sull’opinione pubblica fa flettere leggermente il credito di fiducia nei confronti delle coperture vaccinali, ma non incide significativamente sull’immagine dell’industria farmaceutica nel complesso. Si indebolisce un poco il riconoscimento del contributo di ricerca e sviluppo così come quello del ruolo del farmaceutico nel rilancio economico del Paese, naturale conseguenza di una minore presenza mediatica del settore”.

La ricerca propone poi una parte interessante che riguarda le fonti di informazione degli italiani riguardo la salute. Ai primi tre posto troviamo medico di famiglia, tv e motori di ricerca su Internet. Ma se andiamo a vedere l’attendibilità delle fonti c’è qualche cambiamento. I medici di famiglia, per fortuna, sono saldamente in testa, mentre risalgono la classifica le associazioni dei pazienti, Internet rimane al terzo posto e perde terreno la tv superata dai familiari e amici e anche dalla carta stampata. Social media, tv e Internet in generale sono i luoghi dove regnano le fake news.