Cinque ospedali trentini si uniscono con quelli di Trento e Rovereto in una rete in grado di assegnare da remoto le unità di sangue. La nuova soluzione, che prevede l’utilizzo di frigoemoteche, velocizza le operazioni per mettere a disposizione le sacche di sangue agli ospedali. L’assegnazione del sangue (concentrati eritrocitari) per trasfusione prevede la necessità di eseguire indagini di gruppo e compatibilità pre-trasfusionali su un campione di sangue venoso che deve essere inviato alla sede di Trento dell’Unità operativa multizonale di immunoematologia e trasfusionale dall’ospedale di valle che ha in carico il paziente. Sul campione di sangue vengono eseguiti la ricerca del gruppo sanguigno e degli anticorpi irregolari, operazione che richiede circa un’ora di tempo.

Successivamente vengono assegnate al paziente le unità da trasfondere che, prima della partenza di questo progetto, venivano portate da Trento alla sede di trasfusione mentre ora, con le frigoemoteche automatizzate. È possibile avere a disposizione le sacche di sangue direttamente in loco eliminando così il tempo viaggio per il ritorno. Le frigoemoteche automatizzate contengono una scorta di sacche dei diversi gruppi sanguigni, che vengono rilasciate in sicurezza sulla base delle indicazioni date dalle analisi del paziente.

Con il nuovo sistema si ottimizza tutto il percorso di assegnazione negli ospedali di valle riducendo sia i tempi sia il numero dei trasporti, tracciando le unità assegnate con il rilascio controllato delle unità di sangue riducendo al contempo gli storni per mancata trasfusione e migliorando la conservazione degli emocomponenti. La spesa fino ad ora sostenuta per il progetto è stata di 464.820 euro di cui 373.320 euro per le cinque frigoemoteche donate dalle associazioni (quattro da AIL Trentino e una da ADVSP). È inoltre in fase di consegna, un sesta frigoemoteca per un totale di circa 90 mila euro, donata da AVIS del Trentino e destinata all’Ospedale di Rovereto.

L’Unità operativa multizonale di immunoematologia e trasfusionale tratta 21.098 richieste di trasfusioni all’anno (dati 2022) e vengono trasfuse complessivamente 18.603 unità di globuli rossi concentrati all’anno così suddivise: 11.556 a Trento, 3.375 a Rovereto e 3.672 negli ospedali di valle. Il progetto trentino delle frigoemoteche automatizzate ha destato l’interesse della comunità scientifica nazionale ed è stato oggetto di un evento della Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia – Simti che si è svolto a Trento e a Cles con il patrocinio di APSS, proprio su “Assegnazione in remoto delle unità di sangue: gestione e prospettive”.

Questa mattina, alla presenza dell’assessore alla salute Stefania Segnana, il direttore generale di APSS Antonio Ferro con il direttore dell’ospedale Valli del Noce di Cles Armando Borghesi, il direttore del Dipartimento laboratori Mattia Barbareschi e la direttrice facente funzioni dell’Unità operativa multizonale di immunoematologia e trasfusionale Paola Boccagni hanno presentato il progetto che vede APSS tra le realtà di riferimento nazionale per questa organizzazione. La strumentazione è stata acquisita anche grazie alle generose donazioni delle associazioni di volontariato AIL Trentino, ADVPS e AVIS del Trentino.

Con queste donazioni possiamo ulteriormente aumentare l’efficienza della rete trasfusionale – ha affermato Paola Boccagni, Direttrice facente funzioni dell’Unità Operativa Multizonale di Immunoematologia e Trasfusionale – L’idea di implementare un sistema di assegnazione da remoto delle unità di sangue nasce già nel 2005 con il progetto di informatizzazione della rete trasfusionale. Nel 2006 viene implementato il sistema informatico trasfusionale unico, progressivamente esteso a tutte le sedi provinciali. Nel 2020 è partito il progetto pilota e l’iter di implementazione delle frigoemoteche automatizzate, un percorso reso più arduo dalla situazione pandemica ma che, grazie all’apporto di tutte le persone coinvolte, ha portato all’avvio in tutta la provincia di questa nuova modalità di gestione dell’assegnazione trasfusionale a distanza. Un sistema quello introdotto in Trentino che ha molti punti di forza: dalla disponibilità trasfusionale in tempo reale alla riduzione dell’impiego dei trasporti per il trasferimento delle unità, dalla maggior sicurezza del processo controllato in remoto alla garanzia di migliore conservazione dell’emocomponente, dalla semplicità di utilizzo delle frigoemoteche alla riduzione del carico di lavoro degli operatori per il contenimento dei rientri di unità non utilizzate”.