Il mondo tecnologico vive anche di momenti di esaltazione rispetto all’arrivo di novità che promettono scintille. Improvvisamente parte l’hype sulla nuova soluzione che sembra possa adattarsi a diverse situazioni e applicazioni, salvo poi comprendere che la new entry non può essere utilizzata in tutti gli ambiti.

Così ogni tanto parte la riflessione sulle tecnologie che hanno o stanno promettendo molto ma non sempre mantengono le promesse. Gli esempi non mancano. Theranos era una startup che raccolse centinaia di milioni di dollari proponendo una soluzione che avrebbe permesso di eseguire più di 240 diverse analisi del sangue prelevando dai pazienti una goccia di sangue. Era tutto falso. Ma qui siamo nella truffa.

Diverso è il caso della optogenetica, la tecnologia che utilizza la luce per controllare il comportamento cellulare nei tessuti viventi che non ha ancora dato i suoi frutti, così come l’iKnife, il coltello intelligente in grado di fiutare i tumori per migliorare la chirurgia del cancro.

In medicina la cautela dovrebbe essere la regola ma, complice anche l’esaltazione da parte dei media, ogni tanto fioccano soluzioni miracolose. Per esempio tempo fa si è parlato dei farmaci stampati in 3D. Bertalan Mesko su Medical Futurist ricorda come il primo farmaco di questo tipo, lo Spritam, risale al 2015, data di approvazione da parte della Fda, ma da allora i farmaci che avrebbero potuto essere prodotti direttamente in farmacia non hanno fatto grandi passi avanti e i progressi sono molto lenti.

Chioschi e IA

Anche i chioschi per la telemedicina, almeno negli Usa, non sono considerati un grande successo. Il fallimento di Heathpost ha lasciato il segno. La società aveva raccolto 43,8 milioni di dollari in capitale di rischio fra il 2011 e il 2015 con l’obiettivo di creare chioschi di telemedicina self-service in tutti gli Stati Uniti ma poi è fallita.

Il giudizio sui chioschi è però un po’ impietoso anche perché la storia di Heathpost è caratterizzata da errori nel modello di business. Erano permesse solo visite programmate e il costo della tecnologia era alto, mentre un’altra società come American Well se la sta cavando bene. In più bisogna osservare che nel caso italiano, vista la carenza di medici di medicina generale soprattutto in certe aree, questi chioschi potrebbero rivelarsi molto utili. Molti paesi potrebbero dotarsi di questa attrezzature per evitare agli anziani lunghi tragitti verso l’ospedale. Da questo punto di vista la pandemia ha dato una forte spinta.

L’hype senza dubbio più evidente in questo periodo riguarda l’intelligenza artificiale. Il mondo sanitario a livello globale sta scandagliando le possibilità di questa tecnologia anche se qualche problema riguardo al suo utilizzo è già evidente.

Deborah Kilpatrick, presidente esecutivo del board di Evidation, società specializzata nei dati per la sanità, osserva che “le aziende di prodotti per le applicazioni di Ia generativa in ambito sanitario devono rimanere vigili per evitare che i pregiudizi dovuti a problemi di accesso legacy si manifestino nei dati clinici. Ci sono interi segmenti della popolazione e i loro percorsi di cura che non sono ampiamente rappresentati nell’Ehr, cioè nell’universo dei dati generati dal sistema. I produttori devono quindi continuare a cercare modi per tenere conto e mitigare questo tipo di pregiudizi, mentre l’intero ecosistema continua a creare soluzioni eque per l’accesso in primo luogo“.

Anche per questo William Chan, ceo e co-fondatore di Iodine Software che lavora sulle soluzioni di Ia per l’heathcare afferma che “L’integrazione dell’Ia nei sistemi sanitari continuerà a progredire a un ritmo misurato e cauto, piuttosto che con un’impennata“. In sostanza l’hype lasciamolo ai media mentre noi procediamo con i piedi di piombo.

Lo scetticismo esiste anche nei confronti degli organi stampati in 3D. Nonostante i passi avanti dell’italiana Solidworld, al momento si afferma che solo i tessuti possono essere stampati, mentre gli organi sono lontani dal materializzarsi dalle cellule staminali. Abbiamo studi e proof-of-concepts, ma nessun prodotto reale.

Da Star Trek alla realtà

Pochissime, se non nulle speranze, esistono invece al momento per le lenti a contatto digitali. Google ci aveva provato presentando all’Ufficio Brevetti e Marchi degli Stati Uniti nel 2014 un progetto che prevedeva una lente a contatto digitale e multisensore in grado di rilevare anche il battito delle palpebre, con benefici come girare la pagina di un e-book con un “occhio di un segno d’occhio”. Più tardi, sono emersi ulteriori dettagli che parlavano della misurazione del glucosio nel sangue partendo dalle lacrime. Le previsioni parlavano di un progetto di cinque anni, ma nel 2018 è stata messa la parola fine a questo tipo di ricerca.

tricorder star trek Riconoscimento editoriale: Willrow Hood / Shutterstock.com

Riconoscimento editoriale: Willrow Hood / Shutterstock.com

Non molti passi avanti rispetto alla fiction di Star Trek ha fatto l’idea del tricorder medico, un dispositivo in grado di misurare i parametri vitali del paziente. Quando il dottor McCoy di Star Trek afferrava il suo tricorder e scansionava un paziente, il dispositivo portatile elencava immediatamente segni vitali, altri parametri e una diagnosi.

Quella scena ha portato allo studio di numerosi progetti ed esperimenti come Scanadu, un dispositivo medico mobile in fase iniziale per potenziare i pazienti, o Viatom Checkme, che non solo misura la temperatura corporea, ma traccia anche l’Ecg, misura la frequenza e il ritmo, la saturazione di ossigeno, la pressione sanguigna sistolica, l’attività fisica e il sonno.

Molti credevano che la sfida Qualcomm Tricorder XPrize avrebbe portato allo sviluppo di un dispositivo in grado di diagnosticare qualsiasi malattia e dare agli individui più scelte nella propria salute. Ma sono passati molti anni e non è cambiato nulla. L’opinione è che passi avanti saranno fatti, ma i nuovi dispositivi saranno in grado di tracciare solo alcuni parametri e condizioni. Abbiamo molti grandi gadget per monitorare un parametro di salute o un altro, ma nessun strumento onnipotente che fa tutto. In questo momento, il tricorder è lontano dalla realtà.