Un algoritmo migliora la tomografia. Al Gaetano Pini di Milano le tomografie computerizzate permettono di ottenere immagini chiare e tridimensionali anche per i pazienti con protesi o altri impianti metallici, grazie a un algoritmo.

Una tecnologia all’avanguardia che migliora le cure, garantendo interventi chirurgici mirati secondo lo studio effettuato da due tecnici di radiologia. Grazie agli investimenti in tecnologie, l’Asst Gaetano Pini-Cto si è dotata di innovative tomografie computerizzate (Tac) in grado di processare le immagini utilizzando l’algoritmo Smart Mar (Smart metal artifact reduction).

In questo modo si ottengono immagini tomografiche chiare anche se il paziente ha impiantate delle protesi o mezzi di sintesi. Gli artefatti metallici infatti creano ‘rumore’ e, utilizzando le macchine tradizionali, si corre il rischio di non identificare le fratture o altri processi patologici perimetallici, come la mobilizzazione dell’impianto conseguente al progressivo distacco dall’osso o all’individuazione di patologie in organi o tessuti molli adiacenti al metallo stesso.

Lo spiegano Giovanna Marra e Lucia Tongiani, tecnici radiologi del Pini, che hanno pubblicato uno studio, Ricostruzione 3D con algoritmo Smart Mar con sottrazione di artefatti metallici sulla rivista Jahc, Journal of advanced health care.

Ricostruzione 3D

Lo studio – spiega Marra – si focalizza sulla valutazione dell’efficacia dell’algoritmo Smart Mar nella riduzione degli artefatti metallici nell’imaging tomografico delle protesi, combinato con ricostruzione VR-3D. L’obiettivo di questo approccio è generare immagini corrette da artefatti metallici e, allo stesso tempo, conservare la risoluzione spaziale e l’integrità dei dati vicino al metallo. L’analisi dei risultati ottenuti su una casistica di cento pazienti del Pini dimostra che la ricostruzione 3D sull’algoritmo Mar permette di valutare al meglio la struttura d’interesse, più facilmente assimilabile all’anatomia reale del paziente”.

Smart Mar è un algoritmo sviluppato per la rivelazione dei dettagli anatomici oscurati dagli artefatti metallici – aggiunge Tongianiche utilizza un metodo chiamato projection inpainting, il cui principio è quello di rimpiazzare le proiezioni corrotte con dati di proiezione sintetizzati”.

Altro parametro che influenza la qualità dell’immagine è il kernel di ricostruzione, ovvero il filtro che viene utilizzato e che varia a seconda della parte del corpo che si vuole indagare, per esempio se si vuole analizzare un osso o le parti molli. Per ogni kernel si ha un compromesso tra la risoluzione spaziale e il rumore; per questo deve essere scelto a seconda dell’applicazione clinica.

A seguito della pubblicazione dello studio è stato redatto e adottato dall’ospedale milanese un protocollo per il corretto utilizzo dell’algoritmo: “Grazie a questa procedura otteniamo immagini di natura tridimensionale che migliorano il passaggio di informazioni tra radiologo e chirurgo. Contribuiamo così in maniera significativa a migliorare l’efficacia dell’intervento perché le valutazioni dell’ortopedico che andrà in sala operatoria possono essere fatte su immagini dove sono visibili gli innesti che altrimenti sarebbero di difficile interpretazione”.