Per Consip è arrivato il momento del varo della prima gara relativa alla Sanità digitale. La gara rientra fra le iniziative strategiche previste dal Piano triennale per l’informatica nella Pubblica amministrazione ed è la prima di tre iniziative destinate a supportare la trasformazione della Sanità pubblica e che si inquadrano nella missione “Salute” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

La gara è dedicata ai sistemi informativi clinico-assistenziali e ha come oggetto i servizi di Telemedicina e Cartella Clinica Elettronica. Il bando ha un valore di circa 600 milioni di euro ed è suddivisa in sei lotti, di cui quattro dedicati ai servizi applicativi (due per la Cartella clinica elettronica e due per la Telemedicina) e due ai servizi di supporto.

Per i servizi applicativi è prevista l’aggiudicazione, per ciascun lotto, di un accordo quadro con più fornitori (in funzione del numero di offerte presentate), mentre per i servizi di supporto l’accordo quadro sarà stipulato con un solo fornitore per lotto. Il termine di scadenza per la presentazione delle offerte è fissato alle ore 16 del 23 giugno.

Nei prossimi mesi Consip prevede la pubblicazione di due ulteriori iniziative dedicate alla Sanità digitale che riguarderanno i sistemi informativi sanitari e servizi al cittadino e i sistemi informativi gestionali.

Digitalizzazione in atto, ma la strada è ancora lunga

Con la pandemia c’è stato un aumento della diffusione dell’utilizzo del digitale. È il caso del Friuli dove da un utilizzo di nicchia si è passati a numeri molto interessanti. Secondo i dati forniti dal vicepresidente della regione Riccardo Riccardi in commissione sanità del Consiglio regionale, nel 2019, i cittadini che usufruivano dei servizi digitali relativi alla sanità erano 11 mila, saliti poi a 96mila nel 2020 e a 158 mila nei primi cinque mesi del 2021.

Un balzo in avanti, che probabilmente riguarda anche altre regioni, che non si traduce però in un’adozione di massa da parte dei cittadini del Fascicolo sanitario elettronico. Solo il 38% della popolazione ne ha sentito parlare e 12% lo ha utilizzato come ha rilevato la ricerca dell’Osservatorio Innovazione digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano. La situazione migliore quando si parla dei pazienti cronici o con gravi problemi di salute che per ovvi problemi vantano tassi di utilizzo più alti. Il 73% conosce il Fascicolo e il 37% lo utilizza. I servizi più utilizzati sono l’accesso ai referti online (dal 52% dei cittadini e dall’88% dei pazienti cronici) e alle ricette elettroniche (44% e 88%).

Questo nonostante i numeri del digitale siano in crescita. Il 73% si informa online sui corretti stili di vita, il 43% è focalizzato sulla campagna vaccinale, il 37% ha scaricato i referti via web, mentre il 33% dei pazienti utilizza le App per controllare il proprio stile di vita e oltre uno su cinque fa ricorso sempre alle applicazioni per ricordarsi di prendere un farmaco (22%) o per monitorare i parametri clinici (21%).

L’indagine dice anche che durante la pandemia l’uso della telemedicina è triplicato. La visita a distanza, per la quale il Pnnr prevede un miliardo di investimenti, è passata dal 13% al 39%. Il cammino però è ancora lungo visto che le competenze digitali dei professionisti rimangono insufficienti. Il 60% dei medici specialisti e dei medici di medicina generale ha sufficienti competenze digitali di base, legate all’uso di strumenti digitali nella vita quotidiana, ma solo il 4% ha un livello soddisfacente in tutte le aree delle competenze digitali professionali.

In questo quadro la spesa per la Sanità digitale è cresciuta del 5% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore di 1,5 miliardi di euro, pari all’1,2% della spesa sanitaria pubblica e a circa 25 euro per ogni cittadino.