È arrivato al Rizzoli con i suoi genitori da Tiblisi, capitale della Georgia, con un’anca gravemente malata: sulla testa del femore sinistro una cisti ossea di grandi dimensioni aveva provocato una frattura patologica causando una deformazione dell’anca.

L’intervento personalizzato che si è reso necessario per la particolarità del caso dovuta all’età del bambino è stato svolto da Giovanni Trisolino dell’Ortopedia Pediatrica diretta da Gino Rocca e da Costantino Errani della Clinica III a indirizzo oncologico diretta da Davide Donati in stretta collaborazione con Grazia Chiara Menozzi del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna.

Il progetto Ti-Rams

Da sinistra l’Ing. Grazia Chiara Menozzi, il Dr. Costantino Errani, i genitori del paziente, il Dr. Giovanni Trisolino

Da sinistra l’Ing. Grazia Chiara Menozzi, il Dr. Costantino Errani, i genitori del paziente, il Dr. Giovanni Trisolino

Trattandosi di un paziente pediatrico di soli tre anni, le dimensioni del femore e della zona in cui intervenire erano estremamente ridotte. Per studiarne con precisione i passaggi, l’operazione è stata quindi pianificata mediante simulazione virtuale 3D. Partendo dalla TAC del paziente è stato sviluppato un modello virtuale 3D dell’osso, su di esso sono stati pianificati i passaggi dell’intervento e sono state elaborate le maschere chirurgiche di taglio. Le maschere di taglio stampate in 3D sono state utilizzate per l’intervento chirurgico di osteotomia per la correzione della deformità, che ha visto poi la rimozione della cisti ossea, l’inserimento di una placca e di innesti ossei per riempire il difetto scheletrico. Il bambino sta bene ed è tornato a casa con i genitori.

Il percorso 3D è stato sviluppato e realizzato nell’ambito del progetto Ti-Rams, nato dalla collaborazione tra i principali IRCCS italiani, gli ospedali di ricerca, che si occupano di cura dei disordini muscolo-scheletrici. Costituita nel maggio 2019, RAMS (Rete Apparato Muscolo-Scheletrico) è la rete nazionale per la ricerca e la cura  delle patologie ortopediche e nasce dalla volontà di unire le competenze dei più grandi ospedali di ricerca italiani che operano in ambito ortopedico. I fondatori sono i due IRCCS monospecialistici per l’ortopedia, il Rizzoli di Bologna e il Galeazzi di Milano e altri cinque ospedali come il Bambino Gesù di Roma, l’Istituto  Giannina Gaslini di Genova, l’Humanitas Research Hospital  di Milano, il Policlinico San Matteo di Pavia e l’Istituto Regina Elena e San Gallicano di Roma.