Nonostante i grandi passi in avanti fatti negli ultimi due anni soprattutto nell’interazione tra utente e struttura, la sanità ha un disperato bisogno di digitalizzare i propri processi abilitando lo scambio di informazioni tra strutture, regione e amministrazione centrale.

A questo fine la missione 6 del PNRR, incentrata sulla salute, può rappresentare un’occasione irripetibile. Viste le enormi dimensioni e complessità dei progetti più importanti e la scarsità di soggetti in grado di realizzarli sul territorio nazionale, c’è però un rischio concreto: quello di non riuscire a spendere i soldi disponibili in tempo utile, se non si cambia radicalmente una tendenza dominante nell’assegnazione degli appalti pubblici che privilegia i progetti, lo sviluppo custom e i servizi, quantificati come ore/uomo, rispetto ai prodotti.

È questo il messaggio che InterSystems, fornitore internazionale di tecnologie software per la sanità dal 1978, lancia a regioni e strutture sanitarie per riuscire a compiere quel salto qualitativo nella gestione delle informazioni che permetterebbe di erogare servizi migliori, abilitare nuove modalità di cura a distanza e personalizzata e generare risparmi sui costi.

Stop al paziente come vettore dell’informazione

“La pandemia ha fatto aumentare le collaborazioni tra strutture, ribadito l’importanza della comunicazione dei dati dalla periferia a un livello centrale, e spostato l’attenzione verso la medicina di territorio, fatta da strutture più piccole che lavorano insieme ai grandi centri ospedalieri – afferma  il Country Manager di InterSystems Italia e Malta Cesare Guidorzi – e questo fa aumentare il volume delle informazioni da gestire, ma c’è un problema: a oggi, il vettore che deve incaricarsi di far fluire queste informazioni è spesso il paziente, che deve cercare da sé le strutture disponibili e trasportare la sua cartella da una all’altra”.

Cesare Guidorzi, Country Manager di InterSystems Italia e Malta.

Cesare Guidorzi, Country Manager di InterSystems Italia e Malta.

Anche per le strutture convenzionate, non esiste al momento l’obbligo di utilizzare il Fascicolo Sanitario Elettronico, che in ogni caso è spesso una semplice raccolta di Pdf e dati destrutturati. Quello a cui bisogna puntare – e che InterSystems ha già realizzato in altri paesi – è un sistema in cui al paziente basti identificarsi e rilasciare il proprio consenso al trattamento dei dati per fare apparire nei sistemi della nuova struttura (medico, farmacia, ospedale di comunità o grande ospedale) le informazioni strutturate così come se fossero state generate dal sistema informativo interno, sostiene Michel Amous, Regional Managing Director UK ed Emea.

Questo consente anche la creazione di correlazioni dei dati attraverso modelli di intelligenza artificiale che possono evidenziare rischi per il paziente o per la struttura (per esempio, indicare la probabilità di una riammissione a seguito di complicazioni dopo la dimissione, che raramente viene rimborsata). E permette all’amministrazione centrale di avere indicazioni più utili per la gestione della politica sanitaria.

Al momento, la comunicazione tra regioni e Ministero è incentrata su uno strumento, il Registry del Fascicolo Sanitario Elettronico regionale, che però spesso è solo un puntatore a documenti e dati destrutturati, non direttamente utilizzabili.

Il modello del Governo: verso i dati liquidi

“La visione del ministero è più evoluta e prevede che con il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 il paziente sia accompagnato dai dati, che diventano liquidi e introperabili”, dice Guidorzi. Le linee guida Agid e Agenas su FSE 2.0 e telemedicina hanno previsto di rendere disponibili i servizi a livello nazionale, standardizzando i consensi e la sicurezza e uniformando le informazioni attraverso lo standard  HL7/FHIR.

C’è però un ulteriore passaggio da fare secondo Alessandra Mazzucco Associate Partner per l’Healthcare Market di Reply, system integrator che sta gestendo con InterSystems progetti di digitalizzazione per Regione Lombardia. “La piattaforma regionale di integrazione lombarda che abbiamo realizzato già soddisfa questi criteri, ma manca l’interoperabilità semantica che, grazie a una codifica comune, permette a medici e strutture di interpretare correttamente il significato delle informazioni che ricevono, ricavando direttamente diagnosi e progetto di salute, che è il nuovo standard di processo introdotto dalla missione 6 del PNRR”, afferma.

Passare dalla gestione di documenti alla gestione e scambio di informazioni non è una cosa semplice. Nel veneto, il solo passaggio dal FSE 1.0 a una versione intermedia rispetto all’obiettivo finale (chiamiamolo FSE 1.5) ha fatto aumentare di venti volte il volume dei dati.

Allo scopo, il PNRR ha assegnato 1,3 miliardi di euro per FSE regionali e 1 miliardo per la telemedicina. Cifre che raddoppiano di fatto la spesa per il digitale nel settore sanitario. Il problema, sottolinea Mazzucco, è che non ci sono in Italia abbastanza sviluppatori qualificati per riuscire a spendere i 2,3 miliardi del PNRR nei tempi previsti con progetti basati su sviluppo software custom e servizi.

L’offerta di InterSystems

Con queste motivazioni, la proposta che fa InterSystems è chiara: strutture ed enti dovrebbero adottare le sue soluzioni pronte all’uso, già testate sul campo e compatibili con gli standard e le intenzioni definite dal Ministero, e utilizzate nel modo più standard possibile.

Questo comporterà forse il dover rinunciare a personalizzare il software in modo che aderiscano ai processi interni di ogni azienda sanitaria, ma per Guidorzi questo può avere risvolti positivi: “Oltre ad allungare i tempi di implementazione, l’orientamento alla customizzazione comporta un vincolo maggiore con il fornitore (customer lock-in), mentre modificare i propri processi in base a best practice già adottate altrove permetterà alle aziende di snellire le procedure e rendere più semplice l’integrazione con i livelli superiori”.

intersystems-data-platform

La piattaforma IRIS for Health comprende:

  • Database con modelli relazionali e non relazionali e funzioni specifiche per la gestione e protezione del dato sanitario con supporto nativo di SQL e Python e connettori per i principali linguaggi di programmazione.
  • Interoperability, un modulo per l’integrazione e interoperabilità tra applicazioni e dei dati.
  • Open Analytics Platform, sfrutta tecnologie di Business Intelligence e analisi del testo NLP e può collegarsi a strumenti di analisi di terze parti.

Il software può essere installato in cloud privati o pubblici, con supporto per Amazon AWS, Google Cloud Platform e Microsoft Azure, garantendo funzionalità di scalabilità orizzontale e verticale e il supporto di container Docker.

Le funzionalità di intelligenza artificiale includono funzioni AutoML per testare modelli e algoritmi da usare nelle applicazioni e possibilità di integrazione con Apache Spark, KNIME e altri ambienti di IA.