Il reparto di Cardiologia dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova è l’unico centro italiano ad aver utilizzato, su un paziente, un innovativo software di imaging intravascolare, Ultreon 2.0 Software che, combinando l’intelligenza artificiale con la Tomografia a coerenza ottica (Oct, una tecnica che permette di visualizzare l’interno dell’arteria), consente di supportare il medico durante l’intervento con una migliorata e più completa visione delle coronarie offrendo misurazioni e immagini Oct immediatamente disponibili.

Questa versione del software – spiega Italo Porto, direttore della Cardiologia dell’Ospedale San Martinoè disponibile nell’ambito di un lancio limitato di mercato. Il nostro centro è stato selezionato come centro d’eccellenza nell’ambito della cardiologia interventistica italiana e per l’esperienza nell’uso delle metodiche di imaging intracoronarico. Questa innovazione – prosegue – fornisce misurazioni e immagini restituite dall’Oct immediatamente disponibili, permettendo una miglior efficienza procedurale dell’angioplastica e risultati ottimali”.

Le nuove funzionalità di imaging potenziate dalla IA

Abbiamo utilizzato il nuovo software per guidare l’angioplastica in casi complessi – commenta Rocco Vergallo, cardiologo interventista dell’Ospedale Policlinico San Martinoavvalendoci delle nuove funzionalità potenziate dall’intelligenza artificiale quali il rilevamento e misurazione automatiche della placca calcifica e della lamina elastica esterna, la visualizzazione live delle immagini angiografiche co-registrate, la visualizzazione delle biforcazioni coronariche in 3D con grande soddisfazione, grazie alla semplificazione della metodica”.

Policlinico san martino

L’Oct aiuta il medico a capire la natura, cioè la composizione e la calcificazione dell’ostruzione. Quindi, anche se una radiografia vecchio stile delle arterie che portano al cuore può dare un’idea delle dimensioni e della posizione di un’ostruzione che un medico può esaminare, si tratta di un’immagine in bianco e nero che lascia un’enorme area grigia. E questo può portare a un problema quando uno stent – troppo grande o, più spesso, troppo piccolo per risolvere il problema – si fa strada verso un’ostruzione.

Con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale è possibile rilevare le calcificazioni vascolari. Si tratta di restringimenti induriti che se identificati automaticamente permettono di decidere quando è necessario ricorrere a particolari trattamenti fin dall’inizio, anziché a posteriori. Grazie all’utilizzo del software è poi possibile rilevare in modo preciso le dimensioni di un vaso per il miglior adattamento dello stent.

Il nuovo software ha già ricevuto il marchio Ce e sarà lanciato per la commercializzazione in Italia a partire dal prossimo anno.