La rivoluzione digitale della sanità italiana è in pieno svolgimento e l’ecosistema italiano pronto a fare un salto di qualità, a patto di superare alcuni ostacoli e poter reperire i fondi necessari. La ricerca 2025 dell’Osservatorio Life Science Innovation del Politecnico di Milano fotografa un settore in profonda trasformazione, dove l’Intelligenza Artificiale emerge come leva strategica prioritaria per il 90% delle aziende farmaceutiche e medtech. Nonostante l’entusiasmo verso le tecnologie digitali, persistono criticità significative: la complessità normativa rappresenta il principale freno all’innovazione per il 46 percento delle aziende, e sempre poco meno della metà dichiara di possedere competenze, infrastrutture e fondi necessari per implementare le soluzioni AI. Il panorama delle terapie digitali (DTx), cioè terapie che si avvalgono unicamente di software per monitorare e modificare comportamenti o migliorare l’aderenza terapeutica mostra segnali di crescita, ma l’Italia attende ancora un quadro normativo definitivo.

L’Intelligenza Artificiale conquista il settore Life Science

L’Intelligenza Artificiale si conferma la tecnologia più strategica per l’ecosistema Life Science italiano, con il 90% delle aziende dell’offerta che la identifica come priorità per migliorare il customer engagement con i professionisti sanitari. Seguono l’utilizzo per la scoperta di nuovi farmaci (55% delle aziende) e il supporto alle sperimentazioni cliniche (48%).

I dati dell’Osservatorio rivelano un settore che ha compreso le potenzialità dell’AI ma fatica ancora nella fase di implementazione. Solo il 38% delle aziende ha definito un budget dedicato all’innovazione digitale a livello centrale, segnalando una gestione ancora poco strutturata degli investimenti tecnologici.

Particolarmente significativo è l’approccio all’AI generativa: il 60% delle aziende farmaceutiche utilizza soluzioni generaliste come ChatGPT e Copilot, mentre il 36% ha intrapreso percorsi più avanzati sviluppando soluzioni proprietarie costruite sui propri dati. Questo dato indica una crescente maturità strategica nell’approccio all’AI.

Le applicazioni concrete dell’AI lungo la value chain

L’Intelligenza Artificiale sta trasformando l’intera catena del valore farmaceutico. Nel drug discovery, le startup specializzate in AI attraggono investimenti quasi doppi rispetto alla media (28,4 vs 16,3 milioni di dollari), delle 180 startup internazionali censite dall’Osservatorio, ben 152 operano in questo ambito.

Nelle sperimentazioni cliniche, l’AI supporta la progettazione degli studi e il monitoraggio delle attività (52% delle aziende), mentre nella fase di approvazione facilita la redazione automatizzata di documenti amministrativi (59% delle aziende). Nel post-marketing, quasi un terzo delle aziende utilizza già l’AI per il monitoraggio della sicurezza tramite analisi di real-world data.

Sul fronte del customer engagement, le soluzioni più diffuse riguardano la profilazione dei professionisti sanitari (68% delle aziende), l’analisi dei medical insights (58%) e la generazione di contenuti personalizzati (50%). Particolare rilievo assume l’utilizzo dell’AI per la ricerca e analisi di documentazione scientifica, adottato dal 78% delle aziende.

Dati, sensori e sperimentazione

I dati reali e affidabili per analisi di evidenze reali rappresentano la seconda priorità d’investimento (62% delle aziende), seguiti dalle App e sensori per la raccolta dati clinici (48%). Questo trend evidenzia l’importanza crescente dei dati real-world per supportare le decisioni cliniche e regolatorie.

Le terapie digitali e i dati sintetici completano il quadro delle priorità tecnologiche (entrambi al 38%), mentre tecnologie come i trial decentralizzati e gli in silico trial – cioè i test ottenuti con simulazioni digitali in alternativa o aggiunta i trial in vitro  o in vivo –mantengono un profilo più di nicchia (rispettivamente al 31 e 24%).

Gli ostacoli: governance, competenze e risorse economiche

La complessità normativa emerge come il principale ostacolo all’innovazione digitale, con regolamentazioni come GDPR e AI Act che a detta delle aziende spesso non sono allineate con il ritmo dell’innovazione tecnologica. Seguono la mancanza di risorse economiche, competenze digitali e difficoltà nel quantificare i benefici degli investimenti (39%).

Per affrontare queste sfide, oltre la metà delle aziende ha istituito funzioni dedicate all’innovazione digitale, mentre circa un quarto ha creato team di progetto specifici. Sul fronte formativo, il 78% delle aziende ha formato i dipendenti sul ruolo dell’AI nel settore, ma molte attività sono ancora rivolte alla formazione per utilizzi di base (il 63% ha organizzato corsi per la scrittura di prompt per l’AI generativa).

Terapie digitali e app per la salute: un mercato in crescita in attesa di regole

Il mercato internazionale delle terapie digitali continua a crescere con 112 soluzioni attualmente attive, con 24 nuove app nel 2024 ma 5 uscite dal mercato. La salute mentale rimane l’area terapeutica dominante (35% delle soluzioni), seguita da endocrinologia (22%), reumatologia e neurologia (9% ciascuna).

Un’evoluzione significativa riguarda le modalità di impiego: si riduce del 14% la quota di DTx utilizzate in modalità stand-alone (29% del totale), mentre cresce al 37% l’uso combinato con altre terapie, segnalando un crescente interesse verso modelli integrati di trattamento.

L’analisi delle funzionalità offerte dalle DTx rivela però un disallineamento con le aspettative dei pazienti: se il monitoraggio dei progressi è ben coperto dall’offerta, la comunicazione con il medico (prioritaria per il 75% dei pazienti) è presente solo in meno della metà delle soluzioni.

Le App per la salute stanno guadagnando terreno tra cittadini e pazienti, con il 39% dei pazienti che utilizza app per migliorare lo stile di vita e il 30% per monitorare parametri clinici. I professionisti sanitari si confermano driver di adozione: il 41% dei Medici di Medicina Generale e il 33% degli specialisti hanno già consigliato app per il controllo dei parametri clinici.

La propensione dei medici specialisti a prescrivere Terapie Digitali si attesta al 45%, ma sale al 60% tra coloro che conoscono le differenze tra DTx e tradizionali app per la salute, evidenziando la necessità di aumentare la formazione professionale continua sui temi del digitale.

Lo scorso 2 luglio ha segnato un momento importante per la regolamentazione delle DTx, con l’adozione del testo base unificato da parte della Commissione Affari Sociali della Camera. Il provvedimento prevede l’istituzione di un Comitato nazionale presso il Ministero della Salute per guidare l’inserimento delle DTx nei Livelli Essenziali di Assistenza.

A livello europeo, il quadro normativo si sta consolidando con l’AI Act e le nuove regole per le App per la salute, che introducono criteri comuni per la certificazione e standard di interoperabilità, promuovendo trasparenza e conformità al GDPR.

Un ecosistema pronto al salto di qualità

Dati dati che emergono dal rapporto, l’ecosistema Life Science italiano mostra una crescente maturità nell’approccio all’innovazione digitale, con investimenti mirati e una governance sempre più strutturata. Tuttavia, il successo della trasformazione dipenderà dalla capacità di superare le barriere normative, sviluppare competenze adeguate e creare modelli di business sostenibili che permettano di attrarre più investimenti.

La ricerca del Politecnico di Milano evidenzia come il settore sia a un punto di svolta: le tecnologie sono mature, gli investimenti crescenti, ma serve un salto di qualità nell’execution e nella governance strategica per cogliere appieno le opportunità offerte dalla rivoluzione digitale.