Non ci sarà solo più il robot Da Vinci ad aiutare l’urologo nella chirurgia del tumore prostatico. Per la prima volta in Italia all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino è stata sperimentata una nuovissima tecnologia che richiede la presenza del medico nucleare in sala operatoria con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la precisione dell’intervento di asportazione della prostata per via robotica assistita.

La medicina nucleare

La Medicina nucleare è una disciplina che permette attraverso l’utilizzo di radiofarmaci, ovvero molecole radioattive, di identificare precocemente lesioni tumorali. Negli ultimi anni sono stati sviluppati radiofarmaci sempre più specifici che permettono in primis di ottenere delle immagini attraverso la PET/TC (tomografia ad emissione di positroni/tomografia computerizzata): il primo tra tutti è il PSMA (antigene di membrana prostata-specifico) per lo studio del carcinoma della prostata.

Ricerche condotte dal team di Désirée Deandreis (Direttore della Medicina Nucleare Universitaria), in stretta collaborazione con il team di Paolo Gontero (Direttore della Urologia Universitaria della Città della Salute di Torino) e presentate in anteprima in occasione dell’anniversario della Clinica Urologica, hanno mostrato di poter, attraverso l’uso di questo radiofarmaco, identificare già in fase intraoperatoria, lesioni metastatiche a carico dei linfonodi o verificare la completa resezione del tumore primitivo.

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Il principio è molto semplice, una volta iniettato il radiofarmaco direttamente in sala operatoria (attraverso una sonda innovativa messa a punto e sviluppata da Sapienza e INFN, che insieme al Centro Fermi detengono il brevetto dell’oggetto) che rileva la radioattività, anche grazie alla disponibilità di un nuovo macchinario PET/TC a elevata sensibilità e trasportabile, è possibile identificare le lesioni tumorali in tempo reale durante l’intervento chirurgico, asportarle e scannerizzarle direttamente in sala operatoria. Scopo della sperimentazione in oggetto è esattamente quello di valutare le performances in termini di efficacia, sensitività e specificità della sonda intraoperatoria in un setting reale ed estremamente complicato come quello della chirurgia robotica in tumore della prostata.

L’utilizzo del tracciante veicolato dalla PSMA, andandosi a legare solo ai linfonodi malati, è in grado di guidare il chirurgo, grazie a un’innovativa sonda sviluppata per l’utilizzo in corso di chirurgia robotica, a identificare in modo selettivo sedi di malattia al di fuori della prostata (linfonodi), permettendo così un’asportazione selettiva che consente sia di abbreviare i tempi dell’intervento sia di ridurre le complicanze.

Nello stesso tempo il tracciante, legandosi esclusivamente alla zona tumorale della prostata, è in grado, grazie ad un esame PET effettuato in sala operatoria sulla prostata appena asportata, di dire al chirurgo se l’intervento ha asportato tutta la prostata, consentendo di apportare dei correttivi alla tecnica chirurgica in tempo reale.