Un robot di ultima generazione ha affiancato Fabio Bertaiola, chirurgo ortopedico dell’Unità operativa di Ortopedia dell’Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano, durante gli interventi di chirurgia protesica di ginocchio. Precisione e accuratezza del gesto operatorio sono i concetti chiave di questo sistema innovativo definito Cobotic (Collaborative Robotic) che agevola il movimento, migliorando l’azione dell’operatore.

È il chirurgo che esegue l’intervento di chirurgia protesica di ginocchio, ma il robot, analizzando e confrontando i dati rilevati dall’operatore, ricostruisce tridimensionalmente il ginocchio, permettendo di fare un importante salto qualitativo in sede operatoria e non solo. Questa nuova modalità di operare si traduce in minor invasività, maggior accuratezza nei tagli ossei e meno sanguinamento e dolore. 

Anche il recupero funzionale è più veloce e comporta meno giorni di degenza per un rapido ritorno alle attività quotidiane e lavorative.
In tutto il percorso, il chirurgo resta sempre l’attore principale, ma sfrutta le grandi potenzialità del robot: precisione, accuratezza, riproducibilità del risultato sono le armi vincenti che la collaborazione uomo-macchina può offrire nell’intervento di protesi di ginocchio”, afferma Bertaiola.

Le modalità

L’intervento prevede che, dopo l’incisione chirurgica, vengono posizionati sull’arto inferiore del paziente due gruppi di sensori ottici, che comunicano al robot tutte le informazioni rilevate sul campo operatorio. Il macchinario richiede poi al chirurgo validazioni su precisi punti ossei per ricostruire il modello 3D del ginocchio, ottenendo una rappresentazione realistica dello stato dell’articolazione su cui si andrà ad agire. “Il chirurgo – specifica Bertaiola – effettua prove di stress legamentoso del ginocchio a diversi gradi di flessione 30-60-90° per permettere al device robotico di capire lo stato di lassità. Ciò permette di ottenere una precisa carta d’identità sullo stato del ginocchio, la presenza di eventuale deficit di estensione o iperestensione e la lassità dell’articolazione”.

Grazie a tutti questi dati riportati su uno schermo, il chirurgo, che ha superato un percorso formativo per l’abilitazione all’uso del robot, deciderà come effettuare l’intervento per ottenere il massimo risultato possibile, per una protesi di ginocchio di esatta misura, ben allineata e stabile in flesso-estensione. Una volta memorizzata nel computer la strategia preoperatoria scelta dal chirurgo, l’intervento può avere inizio: il braccio robotico si posizionerà con precisione millimetrica sul punto di taglio sia femorale che tibiale del ginocchio per fornire all’operatore l’esatto piano delle resezioni ossee. 

A intervento terminato il robot mostra al chirurgo se il risultato ottenuto è quello preventivamente pianificato e memorizza il risultato finale. In questo modo è possibile archiviare i dati intraoperatori e postoperatori, per eventuali studi clinici e una disamina critica sulla procedura effettuata. Il robot permette dunque al chirurgo di eseguire una protesi di ginocchio su misura per singolo paziente, personalizzando la strategia chirurgica con un’altissima precisione per un ottimale posizionamento della protesi. “Grazie a questo sistema robotico possiamo personalizzare il percorso chirurgico di ogni singolo paziente, ottenendo risultati post-operatori straordinari. Come dimostrano studi in corso, l’accuratezza dei tagli ossei che questo sistema permette di eseguire, grazie alle indicazioni fornite, è superiore rispetto a quella che si rileva normalmente”. “Nella fase postoperatoria del recupero e del ritorno alla normale deambulazione, gioca un ruolo fondamentale il lavoro multidisciplinare di tutta l’équipe (anestesista, fisiatra, fisioterapista, infermiere), dal momento che parte integrante nel recupero è il controllo del dolore post-operatorio, insieme alla motivazione psicologica del paziente”.