Lorenzo Spaggiari, Direttore del Programma Polmone, con la sua Équipe di Chirurgia Toracica, ha effettuato la prima operazione di resezione della trachea per tumore primitivo con tecnica mininvasiva utilizzando il robot da Vinci con supporto ECMO (Extracorporeal Membrane Oxigenation), quindi senza aprire il torace e senza ricorrere all’intubazione intraoperatoria. La paziente, di trent’ anni, ha avuto una rapidissima ripresa e oggi, a distanza di due mesi, è in ottime condizioni di salute.

Siamo orgogliosi di avere per la prima volta applicato l’approccio mininvasivo robotico anche per la resezione tracheale, perché significa che abbiamo definitivamente infranto il grande tabù della chirurgia toracica oncologica: essere invasivi per essere efficaci – dichiara Spaggiari – Oggi non è più così per il più  diffuso tumore polmonare, ma neppure per il carcinoma adenoido-cistico della trachea, un tumore molto raro e complesso da operare, che fino a ieri ha sempre richiesto interventi lunghi e invasivi con grandi aperture toracotomiche del torace, che richiedevano impegnative riabilitazioni, spesso con dolore post-operatorio. La nostra paziente è stata dimessa dopo pochi giorni dall’intervento e presenta solo quattro piccole cicatrici centimetriche sul fianco”.

Osato ma non rischiato

Il robot permette di arrivare alla sede da trattare tramite sottili bracci robotici azionati a distanza dal chirurgo, con una precisione e una rapidità irraggiungibili dal movimento umano; mentre la tecnologia ECMO, un sistema avanzato di circolazione extracorporea a cuore battente, sostiene la funzione polmonare ossigenando il sangue, senza richiedere l’intubazione intraoperatoria della trachea necessaria normalmente in questi interventi.

La tecnologia è la base imprescindibile della mininvasività ma ovviamente da sola non basta per sperimentare nuove frontiere, come abbiamo fatto in Ieo con la giovane paziente. Noi ci siamo sentiti forti della nostra esperienza nella chirurgia toracica tradizionale sulle neoplasie tracheali, nella robotica, dove abbiamo raggiunto la cifra record di 1500 interventi e nell’utilizzo dell’Ecmo negli interventi sulla carena tracheale, come ampiamente dimostrato dalle nostre pubblicazioni internazionali. Abbiamo osato, ma non abbiamo rischiato. La nostra soddisfazione più grande è ora vedere la nostra paziente riprendere la propria vita in pieno. A scopo precauzionale, verrà sottoposta a terapia adiuvante con protoni nel centro di Pavia. La protonterapia è il trattamento più indicato ed avanzato per questi casi ed entro l’anno sarà disponibile anche da noi con l’apertura dello Ieo Proton Center” conclude Spaggiari.