Al Policlinico di Palermo su due pazienti, un uomo e una donna, è stato impiantato il pacemaker più piccolo al mondo. L’intervento è stato eseguito da Giuseppe Coppola con la collaborazione di tutta l’equipe di Aritmologia e Cardiologia intensiva dell’Azienda ospedaliera universitaria.

Il dispositivo, comparabile in dimensioni a una compressa di vitamine, è stato impiantato direttamente nella cavità cardiaca attraverso la vena femorale. “Siamo il primo ospedale in Italia – afferma Coppola – ad aver adottato la tecnologia Medtronic Micra AV2 e Micra VR2, la nuova generazione dei pacemaker più piccoli del mondo. I nuovi dispositivi miniaturizzati eliminano le potenziali complicanze dei pacemaker tradizionali legate agli elettrocateteri e alla “tasca” chirurgica sotto la pelle e grazie al 40% di estensione della longevità della batteria permettono alla maggior parte dei pazienti di aver bisogno di un solo pacemaker per tutta la vita”.

I pacemaker sono il più comune strumento per trattare i ritmi cardiaci lenti o irregolari (bradicardia) e il blocco atrioventricolare (Av), in cui risultano compromessi i segnali elettrici tra le camere del cuore (gli atri e i ventricoli). Tramite l’invio di impulsi elettrici al cuore, questi dispositivi contribuiscono a ripristinare il ritmo normale del cuore.

Col monitoraggio da remoto niente visite di controllo

Oltre ai vantaggi di dimensioni e longevità – aggiunge Giuseppina Novo, direttore della Uoc di Cardiologia – abbiamo scelto di utilizzare la tecnologia Micra in quanto offre gli unici pacemaker leadless con capacità di monitoraggio da remoto. Ciò consente all’ospedale di controllare a distanza il dispositivo impiantato senza la necessità che il paziente si rechi di persona in clinica per una visita, con i relativi vantaggi per i pazienti di riduzione delle ospedalizzazioni e maggiore tranquillità in termini di sicurezza”.

Micra AV2 e Micra VR2 hanno ottenuto la marcatura CE il 5 gennaio 2024, dopo l’approvazione Fda negli Stati Uniti nel 2023, e hanno, inoltre, la marcatura CE per la risonanza magnetica a basso campo che consente ai pazienti di potersi sottoporre in modo sicuro all’esame. “L’utilizzo dei nuovi dispositivi è un ulteriore passo in avanti – conclude Egle Corrado, responsabile della Uos di Terapia intensiva cardiologica – per il potenziamento dell’attività aritmologica clinica e interventistica al fine di garantire prestazioni in linea agli standard tecnologici più avanzati e consolidare lo stato di Hub aritmologico della nostra cardiologia e della nostra azienda ospedaliera”.