Il diabete, già un problema nel mondo precedente, con il Covid lo è diventato ancora di più. Il legame con il virus infatti è stretto. In Gran Bretagna l’infezione è stata contratta da quasi il 14% della popolazione affetta dalla patologia metabolica. Dati minori ma significativi per Belgio, 6,4% e Francia al 4,7%.

In Italia il 30% dei pazienti ricoverati in terapia intensiva è afflitto da questa patologia. Secondo i dati forniti in occasione della Giornata Mondiale del Diabete che si è svolta il 14 novembre, gli oltre quattro milioni di italiani afflitti da diabete non hanno una maggiore probabilità di contrarre il virus ma se lo prendono hanno la probabilità di contrarre una forma grave da tre a cinque volte in più rispetto ai sani.

Anche per questo assumono maggiore valore iniziative come il progetto Thin Diabetologia che valuta proprio i pattern prescrittivi e gli esiti dell’assistenza al diabete di Tipo 1 e Tipo 2.

La piattaforma, sviluppata da Cegedim, con la partnership scientifica di AMD, è stata ideata con l’obiettivo di fornire una base dati informativa a supporto del dialogo tra la rete dei centri di diabetologia e la medicina di famiglia, contribuendo così a realizzare un modello di gestione integrata del paziente diabetico.

Grazie alla piattaforma è possibile identificare i benchmark di trattamento e cura a livello europeo. Oltre a monitorare la qualità dell’assistenza al diabete di Tipo 1 e di Tipo 2, Thin fornisce anche uno strumento di miglioramento continuo dell’assistenza. Per partecipare al progetto sono stati individuati 24 centri rappresentativi della diabetologia italiana che utilizzano regolarmente la cartella clinica informatizzata.

Strumenti diagnostici in diretta

L’utilizzo della tecnologia per aiutare medici e pazienti è comune anche a un’altra iniziativa che riguarda la schizofrenia. Si tratta di un disturbo psichiatrico che influisce fortemente sulla capacità dell’individuo di distinguere fra realtà e immaginazione, rendendolo incapace di prendersi cura di sé stesso se non adeguatamente trattato.

Il disturbo colpisce circa 28 milioni di persone in Europa ma negli anni le cure hanno prodotto numerosi passi avanti tanto che in alcuni casi si arriva a una ripresa funzionale delle capacità intellettive, cognitive, relazionali e lavorative del paziente. Anche in questo caso si è fatto ricorso a piattaforme informatiche che hanno il compito di facilitare il contatto diretto “tra il medico curante, il paziente e il caregiver, consentono di avere strumenti diagnostici in diretta, di seguire la compliance del paziente, di osservare la presenza di effetti collaterali o di sintomi sotto-soglia che possono suggerire l’arrivo di una crisi”, permettendo un miglioramento della prognosi.

Di recente l’azienda farmaceutica Janssen con la collaborazione di Human Insight ha presentato una nuova soluzione digitale volta ad aiutare le persone che soffrono di schizofrenia nel raggiungimento degli obiettivi quotidiani.

Si chiama Isy – Insieme a te, una soluzione che premette ai pazienti di ricevere un supporto nella programmazione giornaliera delle attività e nel raggiungimento dei propri obiettivi quotidiani. Per avere accesso a Isy ogni centro medico deve compilare un form e inviare i dati di ogni professionista che utilizzerà la piattaforma. Una volta completata l’iscrizione, lo psichiatra potrà coinvolgere i pazienti condividendo con loro il link dell’app.

Accedendo alla piattaforma lo specialista potrà mantenere il paziente coinvolto e motivato in ogni momento della giornata, inviargli richieste di documenti e reminder per le visite, confrontarsi via chat con altri colleghi della sua clinica per un rapido scambio di informazioni e accedere alla bacheca virtuale della struttura. Il paziente potrà, invece, scaricando l’app sul proprio cellulare, visualizzare l’agenda di planning personale, effettuare richieste di aiuto al proprio caregiver in caso di difficoltà e disporre di contenuti di approfondimento e supporto – come letture, consigli su varie tematiche – e svago.

Attraverso un’efficiente organizzazione delle attività, i medici potranno garantire un’assistenza costante finalizzata alla riabilitazione della persona.