Dopo che per mesi, con opinioni contrastanti, si è discusso dell’applicazione di ChatGPT in Sanità, la soluzione di IA mette a segno un punto importante con la vicenda di Alex.

Nel 2020, un bambino negli USA stava giocando in giardino con un nuovo gonfiabile quando inizia a manifestare strani dolori e sintomi. Da lì parte un’odissea lunga tre anni che inizialmente vedeva Alex afflitto da mal di denti. La prima diagnosi è banale e parla di caduta dei dentini da latte oppure di qualche carie.

Al mal di denti si aggiunge una continua stanchezza accompagnata da sbalzi di umore. La seconda ipotesi parla di un’ostruzione delle vie respiratorie che impedisce al piccolo di riposare bene durante la notte. Alex però smette di crescere e fatica a camminare, “si muoveva con il piede destro e trascinava il sinistro”, racconta la madre. Il pediatra classifica il tutto come stress dovuto alla pandemia che sta influenzando lo sviluppo del piccolo. A quel punto, Alex passa nelle mani di un fisioterapista.

L’estremo tentativo

Intanto arriva anche il mal di testa con la diagnosi di emicrania. Alex sta male e nessuno riesce a capire cosa abbia. Dopo avere visto molti medici ed essere passati al pronto soccorso i genitori del bambino provano con ChatGPT. “Ho trascritto riga per riga tutto quello che c’era nelle note della risonanza magnetica e l’ho inserito nella chat”, racconta la madre Courtney.

Un tentativo disperato che dà come esito la Sindrome del Midollo Ancorato. A questo punto viene fissato un appuntamento con una neurochirurga che conferma la diagnosi. La Sindrome, spesso legata alla malformazione della spina bifida occulta, si verifica quando “il midollo spinale è attaccato a qualcosa. Potrebbe ad esempio essere un tumore nel canale spinale, una protuberanza delle ossa o semplicemente del grasso“, ha spiegato Holly Gilmer, neurochirurga pediatrica del Michigan Head & Spine Institute, che ha seguito Alex dopo la diagnosi. Queste “aderenze” limitano il movimento del midollo provocandone un allungamento e uno stiramento anomalo all’interno della colonna vertebrale.

Ma se la spina bifida non occulta, che è congenita, è molto visibile quell’altra è molto più difficile da individuare e si basa sui sintomi che possono presentarsi con la crescita. “Nei bambini piccoli può essere difficile fare una diagnosi perché non riescono a esprimersi“, aggiunge Gilmer. Ci si può solo basare sui sintomi visibili quali problemi a camminare, dolore, perdita del controllo della vescica, costipazione, scoliosi, anomalie dei piedi o delle gambe e ritardo nel raggiungimento di tappe fondamentali dello sviluppo, come sedersi e camminare. Alex è uno di questi casi.

Il lieto finale della storia ha visto un intervento chirurgico per disancorare il midollo e cercare di ridurre i suoi sintomi. L’operazione è stata svolta qualche settimana fa e ora il piccolo è in fase di recupero.

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