L’evoluzione tecnologica coinvolge anche l‘ambulanza, che deve essere sempre più connessa per migliorare le fasi del primo intervento sanitario di emergenza. La novità questa volta arriva da lontano, dallo Sri Lanka, dove è stata sviluppata un’ambulanza connessa che sfrutta l’intelligenza artificiale e la realtà mista.

Il servizio nazionale srilankese di ambulanze di emergenza 1990 Suwa Seriya ha recentemente stretto una partnership con il fornitore di tecnologia sanitaria Mediwave di Singapore per integrare la sua suite di soluzioni di risposta alle emergenze.

L’Emergency Response Suite di Mediwave digitalizza i processi del servizio di emergenza, compresa la creazione delle cartelle cliniche elettroniche dei pazienti, grazie a un trascrittore vocale di AI. Consente l’assistenza a distanza grazie a Microsoft HoloLens per la realtà aumentata e all’Internet of Medical Things.

Tempi di risposta

I tecnici dell’emergenza medica di 1990 Suwa Seriya hanno seguito un corso di simulazione a realtà aumentata (AR) con Mediwave e nel quale si sono connessi virtualmente con i medici del centro di comando e controllo delle emergenze, monitorando i parametri vitali e fornendo cure specialistiche ai pazienti prima di raggiungere l’ospedale.

Secondo Mediwave, i soccorritori hanno registrato un tempo di risposta di 11 minuti e 38 secondi, “superando alcuni Paesi sviluppati“. Il tempo ideale di risposta alle emergenze, secondo l’OMS è inferiore agli otto minuti. Negli Stati Uniti, una legge stabilisce un tempo di risposta standard di 10 minuti nelle aree urbane e di 30 minuti nelle aree rurali. A Londra, invece, un regolamento stabilisce uno standard di 14-10 minuti per il 95% delle richieste di emergenza.

L’ambulanza sembra una terapia intensiva

Anche Bruxelles sta seguendo la stessa strada. L’ospedale universitario di Jette (nella regione di Bruxelles) è da alcuni mesi dotato di una ambulanza progettata su misura, la prima del suo genere in Europa che può essere adattata alle esigenze specifiche dei pazienti, da quelli che pesano soli 300g a quelli che pesano 300kg.

Oltre a montare una barella, il veicolo ha sette posti a sedere per “accomodare i team più specializzati con diverse aree di competenza“. L’interno del veicolo può anche essere regolato per soddisfare le esigenze dei pazienti e dei caregiver.

All’interno, l’ambulanza sembra una stanza in terapia intensiva o una piccola sala operatoria, consentendo agli operatori sanitari di fornire la stessa qualità di assistenza. “Questo ambiente di cura è come un ospedale, ma all’interno di un’auto“, ha spiegato una fonte dell’istituto di Bruxelles.

Oltre all’attrezzatura regolare prevista in ambulanza, il veicolo include anche una connessione Proximus, che funziona sulla rete 5G e consente uno scambio di dati super-veloce, per garantire che medici e infermieri possano rimanere in contatto diretto con gli ospedali interessati durante il viaggio.

Inoltre all’interno del veicolo sono installate varie telecamere, e tutti gli occupanti – incluso il paziente – ricevono delle cuffie. “Combinando questi e l’uso di occhiali di realtà aumentata, gli operatori sanitari al di fuori dell’ospedale hanno letteralmente una visione della situazione all’interno“, spiega l’ospedale.

La soluzione Network slice

Anche il Regno Unito si muove sulla stessa strada. L’obiettivo dell’iniziativa Artes 5G Strategic programme line (Spl), da 5,7 milioni di euro, co-finanziata dall’Agenzia spaziale europea (Esa) e quella del Regno Unito (Uksa), è di “creare il prototipo per la sperimentazione di un’ambulanza digitale del futuro sempre connessa e basata sul cloud”.

Il progetto Hybrid connex digital ambulance of the future è un’iniziativa tecnologica in collaborazione con il Nhs, il Sistema sanitario britannico, che punta a fornire al settore delle ambulanze del Regno Unito una soluzione di connettività resiliente che combina 4G, 5G e connessioni satellitari. In questo modo il veicolo sarà sempre connesso in primo luogo al 5G scalando al 4G quando la prima connessione non sarà disponibile e infine alla connettività satellitare in località fuori da altri collegamenti. Grazie a queste connessioni è possibile utilizzare anche i sensori IoT che trasmettono i dati alle strutture sanitarie.

Dal punto di vista tecnologico, fondamentale è la creazione di una Network Slice 5G dedicata, che, come osserva Roberto Lucarelli, Msp Solution architect Southern Europe di Cradlepoint, “permette ai paramedici di comunicare senza interruzioni e in sicurezza con il personale sanitario fino al momento in cui il paziente giunge al pronto soccorso. Questa comunicazione può includere videochiamate per discutere le condizioni del paziente, trasferimento in tempo reale dei dati provenienti dalla tecnologia diagnostica a bordo del veicolo e persino procedure remote con il medico di emergenza che guida l’intervento a distanza”.

La Network slice è una configurazione di telecomunicazioni che consente di creare più reti (virtualizzate e indipendenti) su un’infrastruttura fisica comune. Ogni fetta o porzione di rete può essere assegnata in base alle esigenze specifiche dell’applicazione, del caso d’uso o del cliente. La parte di rete è separata e indipendente e destinata a utilizzi specifici con specifici requisiti di banda e velocità.

Tracciabilità Rfid e monitoraggio Gps

Ericsson, che ha sviluppato alcune soluzioni di Network slice, considera l’Healthcare l’industria con il più alto potenziale di applicazione di questa tecnologia con il 21% del mercato indirizzabile.

Altra importante innovazione riguarda l’introduzione dell’Rfid per la tracciabilità e la gestione delle attrezzature mediche, per garantire la presenza a bordo delle forniture essenziali, ma anche il monitoraggio del traffico Gps per ottimizzare i percorsi ed evitare ritardi, garantendo risposte rapide.

La strada è di trasformare quelli che fino a oggi sono stati veicoli per il pronto intervento e il trasporto veloce in ospedale in cliniche mobili che riescano a intervenire in maniera tempestiva con un livello di approfondimento delle operazioni decisamente maggiore rispetto al passato. Per questo è necessario un equipaggio con alti livelli di competenza ma anche un collegamento voce, video e dati efficiente con la struttura ospedaliera. Senza dimenticare il monitoraggio del veicolo, del comportamento dell’autista e altri dettagli che permettano di risparmiare sui costi complessivi.