All’ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno (CN) è stato presentato un progetto quinquennale dedicato ai pazienti con lesioni del midollo spinale. L’obiettivo è ripristinare il controllo volontario degli arti superiori collegando l’attività corticale alla regolazione della stimolazione elettrica del midollo spinale cervicale.

Il progetto, che potrebbe poi essere esteso anche al trattamento della paralisi degli arti superiori dopo l’ictus, prende avvio dal lavoro di due neuro scienziati dell’Università di Losanna, Jocelyne Bloch e Grégoire Courtine. I due hanno sviluppato una tecnica di stimolazione elettrica a livello della regione lombosacrale del midollo spinale, associata a programmi di riabilitazione, che offre l’opportunità a persone con lesioni alla spina dorsale di recuperare il controllo volontario delle gambe anche diversi anni dopo l’infortunio.

La tecnica si basa su un sistema digitale che fa da ponte tra cervello e midollo spinale in modalità wireless, ripristinando la trasmissione che era stata interrotta. In occasione della presentazione, Michel Roccati, trentenne rimasto paralizzato per un incidente in moto (nella foto), ha mostrato a tutti come sia tornato a camminare grazie agli elettrodi impiantati nel suo midollo spinale.

Un “ponte digitale”basato su un dispositivo wireless

Il progetto Brain spine interface (Bsi), realizzato dall’Università di Losanna e dal Centre Hospitalier Universitaire, è sostenuto dalla Fondazione Crt – che mette in campo 750.000 euro – in collaborazione con la Fondazione Ospedale Alba-Bra Onlus.

Il ponte digitale che permette il riutilizzo degli arti si basa su un dispositivo wireless di elettrocorticografia che raccoglierà e decodificherà gli input della corteccia motoria primaria e trasmetterà la stimolazione al midollo spinale attraverso due array epidurali, con conseguente riattivazione dei muscoli paralizzati.

Ciò che rende questa ricerca così straordinaria è il suo impatto potenziale sulla comprensione dei meccanismi alla base di coordinazione mente e arti. Attraverso l’indagine, i ricercatori di Losanna stanno aprendo porte che sembravano chiuse. Come Fondazione Ospedale siamo orgogliosi di contribuire ad esplorare, a sognare e a innovare, con una ricerca che ci auspichiamo troviamo le chiavi per sbloccare il futuro della conoscenza e della cura in questo campo”, dichiara Bruno Ceretto, Presidente della Fondazione Ospedale Alba-Bra.

Le lesioni traumatiche della spina dorsale interessano circa 130.000 persone all’anno nel mondo. Più della metà di questi infortuni comportano una perdita parziale o totale della mobilità delle braccia. In Italia secondo dati Inail ogni anno circa 1500-2000 persone diventano paraplegiche o tetraplegiche a seguito di lesioni al midollo spinale. Le terapie di riabilitazione classiche non permettono di recuperare le capacità motorie richieste dalle più semplici attività della vita quotidiana, come nutrirsi o prendersi cura dei propri bisogni personali.