Nuovo round di finanziamento per Sibylla Biotech. Lo spin-off nato da una collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l’Università di Trento e quella di Perugia, ha chiuso un round della Serie A da 23 milioni di euro per finanziare l’ulteriore sviluppo del suo approccio Pharmacological Protein Inactivation by Folding Intermediate Targeting (Ppi-Fit), che fornisce l’accesso a una nuova classe di bersagli farmacologici che compaiono transitoriamente durante il processo di ripiegamento delle proteine, e per far progredire i programmi della sua pipeline proprietaria attraverso la valutazione preclinica. Il finanziamento da parte di un consorzio internazionale di investitori specializzati nel settore delle scienze della vita è stato guidato da V-Bio Ventures con altri finanziatori.

La piattaforma tecnologica

Sibylla Biotech sta sviluppando piccole molecole degradanti progettate per interferire con il processo di ripiegamento di una proteina selezionata legandosi agli stati intermedi del ripiegamento, portando un approccio altamente differenziato nel campo della degradazione proteica che può accedere a una gamma di bersagli precedentemente considerati non sfruttabili“, ha commentato Lidia Pieri, PhD, cofondatrice e amministratore delegato di Sibylla Biotech. “Abbiamo ottenuto il sostegno di un forte gruppo di investitori esperti e il capitale necessario per far avanzare la nostra pipeline di piccole molecole, espandere la nostra piattaforma tecnologica di simulazione del ripiegamento proteico e apportare ulteriori competenze al nostro team. Desidero ringraziare tutti i dipendenti, i fondatori e i sostenitori di Sibylla per aver reso possibile i risultati raggiunti finora“.

Attraverso l’approccio Ppi-Fit, Sibylla Biotech progetta i Folding Interfering Degraders (FIDS), piccole molecole classiche che hanno come bersaglio proteine specifiche, comprese quelle che non hanno tasche farmacologiche nel loro stato nativo. Il candidato principale dell’azienda degrada la ciclina D1, una proteina amplificata e sovraespressa in una serie di tumori e attualmente considerata un bersaglio non farmacologico. I proventi della Serie A consentiranno all’azienda di sviluppare la propria pipeline terapeutica sfruttando la piattaforma di simulazione del ripiegamento proteico e di espandere ulteriormente le potenzialità della sua tecnologia.