Nello scenario dell’evoluzione tecnologica nella sanità non è possibile dimenticare, o peggio sottovalutare, il ruolo che dei big tech. Nomi come Apple e Amazon che dominano il largo consumo si fanno spazio anche negli ospedali dove, per esempio, la tecnologia di Alexa – che in casa serve per chiedere che tempo fa – viene utilizzata durante le operazioni chirurgiche.

Uno scenario ben illustrato qualche tempo fa dal Financial Times che racconta come allo Houston Methodist un collegamento tra la rete di otto ospedali e Amazon Web Services, il cloud della società di Jeff Bezos, ha portato la tecnologia vocale a essere utilizzata in sala operatoria.

I comandi scorrono durante i passaggi dell’operazione con il chirurgo che conferma verbalmente il passaggio delle varie fasi come la somministrazione dell’anestesia. “Sto usando la mia voce per completare quelle attività, quindi non c’è mai un passo che viene saltato”, spiega Nicholas Desai, chirurgo e chief medical information officer a Houston Methodist. “Una volta completato, l’assistente lo scrive nella cartella clinica elettronica come attività completata, così se c’è un problema o qualcosa non viene fatto, ci sarà una notifica”.

Nelle sale di consultazione dell’ospedale la tecnologia di Amazon sta anche ascoltando intensamente – con il consenso preventivo del paziente – i dettagli che possono essere aggiunti alle cartelle cliniche e analizzati per opzioni di trattamento più informate. “Il mio assistente vocale digitale sta ascoltando, collaborando con me nella stanza, gestendo la cura di quel paziente”, dice Desai, chiamandolo un “secondo set di orecchie“. Dice che qualsiasi tempo speso a parlare con il paziente, invece di battere su una tastiera, equivale a una migliore cura generale.

Un nuovo sistema operativo

La tecnologia di Alexa è solo uno dei servizi che Amazon vuole proporre al mondo dell’healthcare. La società infatti è in procinto di svelare una raffica di servizi sanitari rivolti al consumatore come una farmacia online e la telemedicina. Allo stesso tempo lavora sul lato cloud con Aws, per creare un nuovo sistema operativo per la cura, che va dalla gestione delle cartelle cliniche all’applicazione dell’AI e alla diagnostica preventiva.

Amazon, a lungo ritenuto un gigante addormentato per quanto riguarda il settore della sanità, si sta finalmente svegliando rivolgendosi a un target molto ampio che spazia dal consumatore finale ai datori di lavoro americani frustrati dai costi sanitari, fino agli ospedali.

Amazon non è però l’unico big a muoversi nel settore. Oltre a Google e Microsoft con le loro offerte per cloud e Ai negli Usa anche Walmart sta muovendo i suoi passi. Un po’ come se da noi Esselunga o le Coop si muovessero nella sanità.

Il gigante della vendita al dettaglio ha recentemente aperto una serie di cliniche in tutto il paese che offrono “cure urgenti, laboratori, raggi X e diagnostica, consulenza, servizi dentistici, ottici e uditivi”.

Le mosse dei colossi della tecnologia sono importanti perché negli Stati Uniti il costo dell’assistenza sanitaria è fuori controllo. Il Centers for Medicare and Medicaid Services (Cms) prevede che la spesa per l’assistenza sanitaria alla fine del 2021 raggiungerà i 4,2 miliardi di dollari – circa il 18% del prodotto interno lordo – e 5 miliardi di dollari entro il 2025.

Gran parte del costo è a carico dei datori di lavoro. Secondo un sondaggio condotto dalla Kaiser Family Foundation, la stragrande maggioranza dei dirigenti – l’87% – ha affermato che pagare l’assistenza sanitaria dei dipendenti diventerà insostenibile entro i prossimi cinque/dieci anni. Anche per questo emergono nuove tendenze. I dispositivi che tracciano la nostra salute stanno diventando più intelligenti e più utilizzati. Una migliore e più economica connettività ha reso la cura a distanza non solo possibile ma, per un numero crescente, una preferenza.

L’Intelligenza Artificiale, aiutata dall’elaborazione di big data, ha aperto maggiori possibilità di creare nuovi trattamenti o piani di cura. Le aziende Big Tech sono all’incrocio di queste tendenze e per questo gli investimenti di Facebook, Amazon, Microsoft, Google e Apple sono saliti nel 2020 a 3,7 miliardi di dollari. A metà di quest’anno, secondo Cb Insights, altri 3,1 miliardi di dollari sono stati investiti in questo settore.

Il fallimento del primo tentativo

In questo scenario Amazon, sostiene il quotidiano britannico, rispetto ai competitor godrebbe di un vantaggio competitivo derivante dalla sua infrastruttura. Il gigante di Seattle si muove su diversi campi e al cloud può accompagnare il suo vasto impero di magazzini e autisti di consegna, per fare per la sanità ciò che ha fatto per lo shopping online.

Desai delinea la sua visione di come il servizio high-tech potrebbe funzionare: “Ho un servizio di consegna dei farmaci, ho Prime che può consegnarti i farmaci immediatamente. Ho attività guidate dalla voce con Alexa che può prendere i tuoi appuntamenti, posso farti vedere il tuo medico visivamente, verbalmente e digitalmente”.

Non che sia un percorso facile. Amazon ci ha già provato qualche anno fa, nel 2018, quando annunciò in collaborazione con JPMorgan e Berkshire Hathaway, una joint venture sanitaria chiamata Heaven, destinata a ridurre i costi e migliorare i risultati per i dipendenti dei tre gruppi. L’annuncio mandò in tilt i titoli sanitari rivali ma si è rivelata una scelta prematura.

L’iniziativa non è riuscita a decollare e, dopo tre anni, è stata chiusa a gennaio. Secondo gli analisti, il peso collettivo delle tre compagnie non era ancora abbastanza grande per fare pressione sui fornitori di servizi sanitari per un’assistenza più economica.

L’iniziativa però ha permesso a Bezos di comprendere che la sua Società era pronta e capace di andare da sola nel suo obiettivo di ridurre il costo delle cure per i suoi lavoratori. Dopo tutto, la sua base di dipendenti, ora più di un milione nei soli Stati Uniti, forniva ampie opportunità per lanciare iniziative su larga scala. Così è stata varata una partnership con la californiana Crossover Health per l’accesso a una rete di centri sanitari per i dipendenti di Amazon e le loro famiglie.

Finora, è disponibile in cinque regioni, con altre che dovrebbero essere annunciate a breve. Amazon ha causato un altro spasmo del mercato nel 2018 quando ha acquisito PillPack, il servizio di prescrizione per corrispondenza con sede nel New Hampshire, per poi lasciarlo operare quasi completamente in modo indipendente.

Alla fine dell’anno scorso la società ha fatto la mossa che tutti si aspettavano lanciando Amazon Pharmacy con consegne e sconti. Infine, ha firmato una partnership di cinque anni con il National Safety Council per stabilire nuove ricerche, tecnologie e processi per combattere i disturbi muscoloscheletrici, una delle principali cause di infortuni sul lavoro.

Prima in azienda poi per tutti

Secondo gli analisti, è il modello Amazon che si ripete. Le soluzioni create per le esigenze interne della società, come il dover testare i magazzinieri per il Covid, vengono poi riattrezzate per essere utilizzate da altri. Come è stato il caso di Aws, iniziato come un sistema di calcolo interno per alimentare l’infrastruttura di Amazon, oggi diventato colosso del cloud.

Nel luglio di quest’anno, prosegue il racconto del quotidiano britannico, Amazon ha lanciato Amazon Dx, un servizio che offre test a domicilio per Covid-19, dove le persone ordinano un kit da Amazon.com e lo inviano indietro per i test e i risultati entro 24 ore.

È probabile che sia solo l’inizio: gli annunci di lavoro indicano un’ulteriore ambizione di lanciare un certo numero di test diversi. Di recente un annuncio cercava una persona che si occupasse dei rapporti con i regolatori locali e nazionali per la diagnostica clinica.

A marzo Amazon ha annunciato che il suo prodotto di telemedicina Amazon Care sarebbe stato offerto alle aziende in tutti gli Stati Uniti. Il servizio – che offre video chat con un medico o un’infermiera, 24 ore al giorno, così come visite di persona in alcune regioni – è stato disponibile per i dipendenti di Amazon vicino alla sua sede di Seattle dal 2019.

La società ha dichiarato che più aziende hanno firmato per utilizzare Amazon Care e di essere in trattative con i principali assicuratori. Il momento è favorevole. Secondo McKinsey, l’uso dei servizi di telemedicina negli Stati Uniti era 38 volte più alto nel febbraio di quest’anno rispetto a quello che era stato pre-pandemia, aiutato da un allentamento dei regolamenti relativi a quali tipi di cura possono essere somministrati attraverso una connessione internet.

La crescita nei wearable

Il fermento di Bezos si spiega però anche con il fatto che, secondo Cb Insights, Google e Microsoft possono vantare più clienti in ambito sanitario. In più la società di Jeff Bezos sconta il ritardo di Aws a ottenere caratteristiche chiave specifiche per l’assistenza sanitaria come la certificazione Hitrust, lo standard di sicurezza delle informazioni, che danno fiducia agli ospedali.

Proprio per rafforzare le sue credenziali, a luglio ha lanciato Aws for Health, una selezione di servizi su misura per gli operatori sanitari che includono Aws Healthlake, uno strumento che utilizza l’apprendimento automatico per ingerire e standardizzare i dati sanitari.

La società ha poi selzionato una decina di startup per la prima fase del suo programma Aws Healthcare incubator. Tra le società selezionate ci sono Pieces che utilizza l’Ai per prevedere le condizioni di un paziente nel tempo. Gyant è un assistente digitale progettato per ridurre il carico sui call center degli ospedali indirizzando i pazienti a un chatbot. E Giblib produce video di qualità Netflix ed esperienze di realtà virtuale per i medici.

Altro fronte è quello dei wearable. Amazon sta aggiungendo alla sua linea di fitness-tracking Halo un nuovo indossabile, l’Halo View, oltre a classi di allenamento per rivaleggiare con Apple Fitness+ e la pianificazione dei pasti. Halo View permette a chi lo indossa di tenere traccia di parametri di salute come l’attività, la qualità del sonno e i livelli di ossigeno nel sangue. Fornisce il monitoraggio dell’allenamento dal vivo, così come i promemoria del movimento e i messaggi di testo. A differenza del suo originale indossabile Halo lanciato l’anno scorso, il dispositivo include uno schermo Amoled.

In generale le mosse di Amazon suscitano anche parecchie perplessità. Al di là della difficoltà a entrare in un settore complesso come quello della sanità spaventano le dimensioni della società che si allarga in tanti, forse troppi settori. E anche per Jeff Bezos, così come per gli altri, valgono gli interrogativi relativi alla privacy di dati sensibili come quelli sanitari.