Grazie all’arrivo di un nuovo acceleratore lineare guidato dall’intelligenza artificiale, che si aggiunge alla macchina già in uso, che unisce radioterapia alla risonanza magnetica ad alto campo, il Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata dell’Irccs Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), diventa il primo centro italiano per la radioterapia adattativa hi-tech di ultra-precisione.

I due strumenti consentono di definire perfettamente la sede tumorale e di colpirla con la massima precisione e con alte dosi di radiazione, senza danno per i tessuti sani e in tempi più brevi, grazie alla capacità di riadattare il piano di cura in tempo reale e ogni giorno in base alle variazioni della massa tumorale o biologiche.

La re-irradiazione mirata

Complementari e ultra-precisi, questi due ‘cecchini’ hi-tech del tumore permettono di trattare, dai pazienti più fragili, che potrebbero non sostenere una seduta di terapia lunga, ai pazienti più complessi nei quali è necessario un reintervento con la radioterapia per la ripresa della malattia già precedentemente irradiata, metodica molto complessa e poco utilizzata.

Come dimostra infatti uno studio dell’Irccs di Negrar, in corso di pubblicazione su Frontiers in Oncology che sarà presentato al congresso della Società europea di oncologia e radioterapia, a Copenaghen dal 6 al 10 maggio, grazie all’estrema precisione di Unity è oggi possibile irradiare di nuovo dopo la ricomparsa della malattia, pazienti già radio-trattati con una prima precedente radioterapia, ma senza colpire con le alte dosi i tessuti già irradiati, minimizzando così gli effetti collaterali.

I dati dello studio, raccolti su 22 pazienti con recidiva di tumore alla prostata già irradiati in precedenza, dimostrano che l’approccio della re-irradiazione mirata è sicuro ed efficace, garantendo un controllo locale della malattia e un tasso di sopravvivenza superiore al 90% a un anno.

L’ospedale di Negrar è una delle cinquanta strutture al mondo dotate di Unity Elekta, un’arma di precisione composta da un acceleratore lineare integrato da una risonanza magnetica ad alto campo, la stessa impiegata per uso diagnostico.

Come spiega Filippo Alongi, Direttore del Dipartimento di Radioterapia Oncologica avanzata dell’Ospedale veronese e Professore Associato della Facoltà di Medicina all’Università di Brescia, “è l’unico centro italiano ad avere in dotazione assieme a questo strumento anche Ethos Varian, un acceleratore lineare intelligente che in Italia è stato acquisito soltanto da un altro centro di radioterapia”.

“Ethos – continua – è associato a un software avanzatissimo un computer di bordo dotato di intelligenza artificiale che corregge e rielabora in tempo reale il piano di cura in base alle variazioni anatomiche e biologiche, a supporto del clinico anche nella definizione dei piani di trattamento nei pazienti oncologici, anche i più fragili e nelle condizioni più complesse.  Il dispositivo grazie a sedute di appena dieci minuti, consente di trattare anche i pazienti che non sono in grado di restare sdraiati a lungo sotto la macchina, come per esempio gli anziani e gli obesi, oppure i portatori di pacemaker e protesi metalliche”.