Il mercato degli strumenti di virtualizzazione dei server si trova davanti a una svolta che, secondo Gartner, rappresenta la più grande frattura degli ultimi decenni. L’analisi dell’azienda americana parte dal fatto che l’acquisizione di VMware da parte di Broadcom ha scatenato un effetto domino che sta modificando profondamente equilibri, strategie e priorità delle imprese.

Per anni VMware ha incarnato la virtualizzazione stessa, dominando il settore con oltre il 96% del fatturato e offrendo una suite di funzionalità che nessun concorrente ha mai realmente eguagliato. Oggi però questo primato si incrina, non per un improvviso calo tecnologico, ma per un cambio di governance e di modello commerciale che molti clienti percepiscono come destabilizzante.

Secondo Gartner, la decisione di Broadcom di riorientare VMware verso una logica più vicina alle grandi piattaforme cloud pubbliche, ponendo al centro pacchetti integrati e abbonamenti più rigidi, ha generato insoddisfazione e soprattutto un’impennata dei costi. Molte aziende hanno visto aumenti del TCO nell’ordine del 300-400%, una cifra che non può essere compensata facilmente né tecnicamente né strategicamente. A questo si aggiungono dubbi sulla qualità del supporto, sulla continuità degli aggiornamenti e su roadmap percepite come meno trasparenti rispetto al passato. È un cambio di clima che mina la storica fiducia nei confronti del principale player della virtualizzazione.

In questo scenario, Gartner rileva un atteggiamento sempre più deciso da parte delle imprese, che dopo anni in cui l’alternativa a VMware veniva vista come una scelta rischiosa, oggi la considerano una necessità strategica. Nonostante nessun concorrente offra ancora una piattaforma pienamente comparabile in termini di maturità e ampiezza delle funzioni, l’analisi registra una crescente disponibilità dei clienti a esplorare nuove soluzioni, anche coinvolgendo più vendor o adottando approcci modulari. L’effetto immediato è una frammentazione del mercato che potrebbe ridefinire in profondità le dinamiche del settore entro i prossimi tre anni.

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Questa situazione dovrebbe essere letta non solo come un problema ma come un’opportunità. Cambiare hypervisor richiede tempo, investimenti e un’attenzione scrupolosa al rischio operativo, ma è anche un’occasione per ridurre il debito tecnico accumulato negli anni e per modernizzare l’intera infrastruttura. Restare ancorati a un’unica piattaforma, soprattutto in un momento di trasformazione del vendor, espone a una dipendenza eccessiva e, proprio per questo, Gartner invita le aziende a elaborare fin da subito un piano di uscita, anche qualora la migrazione non sia imminente.

La raccomandazione principale è individuare in maniera chiara le funzionalità fondamentali che un nuovo ambiente di virtualizzazione deve garantire, evitando di replicare in modo passivo la struttura esistente. La scelta del sostituto dovrebbe privilegiare stabilità, integrazione con i servizi cloud già adottati, scalabilità e capacità di evolversi verso modelli ibridi. In parallelo, Gartner suggerisce di adottare una strategia di “quick win”, ovvero sperimentare progetti pilota a basso rischio con hypervisor alternativi per valutare sul campo compatibilità, prestazioni e impatto operativo reale.

Il quadro che emerge dal Market Guide è quello di un ecosistema in piena trasformazione. Gartner elenca 32 vendor che oggi offrono soluzioni di virtualizzazione, ma sottolinea come la maggior parte sia ancora in una fase di maturazione e con funzionalità incomplete rispetto allo standard VMware. Ciò nonostante, la pressione economica e la perdita di fiducia renderanno inevitabile la crescita di queste alternative e una progressiva redistribuzione del mercato.

Secondo le previsioni, le migrazioni verso nuove piattaforme accelereranno tra il 2025 e il 2026, ma la vera ondata di cambiamento arriverà nel 2027, quando molte aziende avranno completato la valutazione dei rischi e identificato la soluzione più adatta. Un orizzonte ravvicinato che secondo Gartner impone alle imprese una riflessione strategica immediata.

(Immagine in apertura: Shutterstock)