Dazi e Windows 10 dissangueranno le aziende: Citrix ripropone la VDI come rimedio

“Nel 2025, i nuovi dazi statunitensi hanno spinto i prezzi dell’hardware IT in territori inesplorati” ha scritto il vicepresidente di Citrix Philipp Benkler in un post pubblicato martedì, avvertendo che “i dazi introdotti nell’aprile 2025 stanno già causando aumenti dei costi e gli esperti prevedono ulteriori rincari, con una conseguente e forte pressione sulla supply chain e la crescente domanda di aggiornamenti.”
“Come si possono mantenere sistemi moderni e sicuri (specialmente con la transizione a Windows 11 ormai imminente) senza sforare il budget?”, si è poi chiesto Benkler. La sua risposta non è acquistare nuovi PC gravati da dazi, ma prolungare la vita utile dei PC esistenti sostituendo il sistema operativo con eLux, un OS basato su Linux che consente di avviare direttamente un desktop virtuale hosted. Citrix ha acquisito eLux e il suo sviluppatore Unicon nel gennaio 2025 e al tempo stesso produce una piattaforma di virtualizzazione desktop (VDI).
Il riferimento di Benkler a Windows 11 risiede nel fatto che i dazi USA arrivano in un momento in cui molte aziende sono nel pieno del rinnovo dei PC dovuto alla fine del supporto a Windows 10 in ottobre. A tal proposito si stima che il 40% delle workstation aziendali, anche se hanno hardware ancora valido, non supportano Windows 11 per questioni di sicurezza (TPM 2.0) e non di prestazioni.
L’alternativa della VDI ha quindi senso, anche se la sua gestione può essere complessa sia a causa dei cosiddetti boot storm che si verificano all’inizio delle giornate lavorative quando gli utenti si collegano alle loro macchine virtuali, sia per via del traffico variabile generato nel corso della giornata. Per affrontare queste sfide, servono strumenti come load balancer o application delivery controller, che Citrix integra nel suo prodotto NetScaler.
Benkler ha evidenziato che Citrix offre NetScaler anche come appliance virtuale, che può essere eseguita su un server già in possesso dell’azienda evitando così l’acquisto di nuovo hardware soggetto a dazi. Nonostante il suo post sia chiaramente promozionale, offre due spunti di interesse.
Il primo è che Benkler afferma esplicitamente come la nuova politica commerciale degli Stati Uniti stia comportando un aumento dei costi per le aziende americane. I funzionari dell’amministrazione Trump, incluso il Presidente, avevano dichiarato che tali politiche avrebbero causato “sofferenze iniziali” in vista di futuri benefici. Citrix ha di fatto confermato questo scenario e, ovviamente, intende trarne vantaggio.
Il secondo spunto riguarda il fatto che il CEO di Citrix, Tom Krause, è entrato a far parte del team DOGE di Elon Musk con l’incarico di di ottimizzare i costi. Sebbene il gruppo DOGE non si occupi direttamente di politiche commerciali o doganali, Krause sta comunque applicando una linea coerente con le strategie dell’amministrazione, guidando un’azienda che mira a trarre profitto da tali dinamiche.
Va però precisato che anche se le soluzioni VDI proposte da Citrix possono sembrare vantaggiose, l’azienda ha recentemente modificato i propri schemi di licenza rendendoli più costosi.
(Immagine in apertura: Shutterstock)