La quantità di dati generati e poi archiviati è cresciuta in modo esponenziale nel corso dell’ultimo decennio, andando ben oltre quanto si potesse immaginare. Qualche anno fa numerosi analisti del settore avevano previsto che gli hard disk (HDD) sarebbero stati completamente sostituiti dalle unità allo stato solido (SSD), con la maggior parte di essi parte convinta che ciò sarebbe avvenuto entro il 2020. Siamo nel 2023 ed è chiaro che questo non è successo e non succederà nemmeno nell’immediato. Le elevate capacità complessive e il basso costo per unità di memoria rendono infatti gli HDD un’opzione interessante per numerose attività ancora oggi.

Secondo Toshiba Electronics Europe le tendenze che stanno influenzando a livello mondiale il settore dello storage sono almeno quattro.

Gli SSD dominano tra le unità client/PC

Per quanto riguarda le unità client/PC, gli HDD sono stati sostituiti da SSD su larga scala. In particolare, il formato compatto M.2 con interfaccia NVM-e si è imposto nei dispositivi portatili e negli smartphone. Bisogna però riconoscere che le unità SSD adeguate sono ancora 4 volte più costose per unità di capacità rispetto agli HDD. È per questo che i PC meno costosi con requisiti di memoria più elevati sono ancora dotati di HDD.

Storage online

L’importanza dello storage online è un fenomeno che si osserva ormai da diversi anni. Gli utenti accedono a una varietà sempre più ampia di piattaforme basate sul cloud e lo fanno sempre più spesso. Un altro aspetto da considerare è la maggiore diffusione dello smart working: tutti i dati necessari sono raccolti in grandi data center, che utilizzano principalmente gli HDD come supporto di memorizzazione.

strategia dati

L’ottimizzazione della velocità di elaborazione gioca un ruolo sempre più importante. Sebbene infatti i singoli HDD siano più lenti rispetto alle unità SSD, l’interconnessione di un elevato numero di dischi rigidi consente di raggiungere velocità relativamente elevate. Se in passato le soluzioni di archiviazione consistevano in array con un massimo di 24 HDD integrati in un alloggiamento e gestiti da un computer host, oggi si iniziano a vedere configurazioni con 60 o più dischi in una singola unità, che consentono di gestire quantità di dati notevolmente superiori. La sfida, tuttavia, è quella di scalare la velocità di elaborazione complessiva.

Il ruolo degli HDD

Gli HDD hanno ancora un ruolo importante per rendere le operazioni dei data center più sostenibili e affidabili. A causa delle enormi quantità di energia che consumano, la preoccupazione sull’impatto ambientale di queste strutture è in aumento. Toshiba ha condotto test approfonditi sulle soluzioni JBOD ad alta densità dei partner OEM (basate su array di HDD di livello enterprise da 18TB), per convalidare le loro caratteristiche ecologiche. I test dimostrano che i data center possono implementare una tecnologia HDD che consente di soddisfare le esigenze di maggiori risorse di archiviazione dati, pur mantenendo i livelli di efficienza energetica previsti dalle ambiziose roadmap del settore. Inoltre, l’integrazione di sistemi per il rilevamento della temperatura negli HDD aziendali consente di controllarne meglio le condizioni e di aumentarne la durata.

Videosorveglianza

Per quanto riguarda l’archiviazione dei dati relativi alla videosorveglianza, le applicazioni sono caratterizzate da sempre più telecamere con una risoluzione superiore. Per gestire tutti questi flussi video ad alta risoluzione, sono necessarie soluzioni HDD di nuova generazione. Dato che è generalmente richiesto il funzionamento 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, queste soluzioni devono essere sufficientemente robuste da garantire un funzionamento affidabile. Oltre alla possibilità di acquistare soluzioni efficienti e affidabili, un’altra delle priorità principali per i clienti di questo settore è che il TCO (Total Cost of Ownership) associato possa essere mantenuto al minimo.