Come molte banche, anche la Popolare di Sondrio sta percorrendo un percorso di trasformazione digitale trainato dalle esigenze dei clienti, che chiedono servizi sempre disponibili, affidabili ed efficienti, su un numero di canali sempre maggiore. Il tutto, operando in un settore controllato e con stringenti requisiti di sicurezza e disponibilità dei dati, business continuity e disaster recovery.

È facile intuire come l’infrastruttura informatica, soprattutto per quanto riguarda lo storage di dati così sensibili, non possa ammettere compromessi, pur in presenza di vincoli di sostenibilità economica e di sforzo operativo. Per questi motivi, secondo Piergiorgio Spagnolatti, Head of Infrastructure della Banca Popolare di Sondrio, l’architettura deve essere al passo con l’innovazione e “l’introduzione e integrazione delle nuove tecnologie, che devono essere di primissimo livello, non ha più spazio per attese nell’implementazione, cali di performance o difficoltà nello scalare le risorse”.

Piergiorgio Spagnolatti, Head of Infrastructure  di Banca Popolare di Sondrio.Oltre a soddisfare tutti i requisiti – secondo Spagnolatti – l’infrastruttura scelta non deve generare troppo scompiglio. “Se la complessità di implementazione e gestione è troppo alta, si generano inefficienze e rischi perché un’architettura complessa da gestire è anche fragile”. Partendo da questi presupposti, già da qualche anno Banca Popolare di Sondrio ha cercato partnership tecnologiche che andassero nella direzione di soddisfare i requisiti di funzionalità e prestazioni, ma che avessero anche elevate caratteristiche di semplicità di gestione e protezione degli investimenti.

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“Con l’introduzione dei flash array di Pure Storage abbiamo voluto togliere dall’equazione dei vincoli e compromessi che solitamente si pensa si debbano tollerare, per esempio tra le performance e la necessità di un fine tuning dello storage”, afferma Spagnolatti. Mettendo tutti i dati operativi nelle memorie flash ad alte prestazioni, si elimina infatti la complessità di gestione dei dati, che non devono più essere spostati tra memorie veloci, ma scarse in termini di capacità, a quelle abbondanti ma lente.  Al momento, Banca Popolare di Sondrio archivia l’80 percento dei propri dati in array all-flash. “Le prestazioni non sono solo più elevate, ma sono anche predicibili e costanti nel tempo e permettono di servire tutti gli utenti – da quelli interni che si occupano dello sviluppo di applicazioni agli utenti finali che le utilizzeranno. Il tutto si traduce in minori ritardi nell’esecuzione dei progetti, una maggiore capacità di automazione, una gestione completa del lifecycle e minori costi di gestione. Tutti fattori che devono essere considerati al di là del mero costo per gigabyte”.

Un aspetto che ha sorpreso Spagnolatti è la capacità di applicare logiche disruptive non solo alla tecnologia, ma anche all’aspetto commerciale – per esempio con il programma Pure Storage Evergreen che prevede non solo aggiornamenti software, ma anche upgrade di tecnologia programmati e già definiti a priori, e alla filosofia di prodotto, incentrata sulla semplicità (“il manuale consiste in un QR Code stampato su un biglietto da visita, e davvero in poche ore è possibile mettere in produzione un array flash; la migrazione a una nuova tecnologia non è più qualcosa da programmare nel weekend, ma avviene a caldo perché è parte del processo. Facile come aggiornare un iPhone”).

Pure Storage ha di recente aggiornato il proprio sistema operativo Purity alla versione 6, che include la possibilità di fare repliche ActiveDR che sono “near real time” e soprattutto permette di avere una gestione unificata per lo storage a blocchi e i file, grazie all’aggiunta di NFS e SMB.