Recentemente, la divisione Converged Infrastructure di HP Italia ha incontrato la stampa per riproporre, interpretate in chiave locale, le novità annunciate dalla corporation nell’evento HP Discover tenutosi a Las Vegas a inizio mese.

L’accento dell’offerta viene posto su tre argomenti principali: Cloud, Software Defined Data Center e Convergenza.

HP OneView 2.0

Fulcro della strategia di HP nell’infrastruttura è il software OneView 2.0, dal cui cruscotto è possibile monitorare e gestire il provisioning tutte le funzioni software-defined, occupandosi anche dell’aspetto di sicurezza e protezione dei dati (backup e disaster recovery dei data pool).

Il cruscotto di OneView 2.0 è fruibile anche da tablet.

Il cruscotto di OneView 2.0 è fruibile anche da tablet.

OneView 2.0 dispone anche di nuovi template dei server che semplificano la definizione e la raccolta in un unico luogo degli standard di riferimento per firmware e driver, permettendo di replicare velocemente le impostazioni più utilizzate. Ci sono anche nuovi meccanismi di automazione, monitoraggio dedicate allo storage di rete.

Storage: HP punta sul flash

Sul fronte dello storage HP fa una scelta di campo netta, orientata alle memorie a stato solido (flash). Secondo HP, le memorie flash insieme alle architetture Software Defined Storage porteranno a una rivoluzione nel modo in cui le aziende concepiscono e usano lo storage, grazie a prestazioni molto più elevate e a una gestione migliorata.

L’evoluzione di HP in questo campo è legata ai vantaggi portati in azienda dall’acquisizione di 3Par, avvenuta nel 2010.

Secondo Yari Franzini, Country Manager di HP Converged Infrastructure, “l’elemento differenziante rispetto alla concorrenza, anche rispetto alle start up nate per proporre soluzioni ibride od all-flash, HP mantiene tutti i data services all’interno della stessa famiglia. Diventa possibile consolidare in un sistema anche i sistemi enterprise legacy. I concorrenti hanno invece sistemi flash dedicati ad ambienti altamente performanti ma molto specifici e non controllabili in modo organico”.

Per Franzini, “il flash detrrmina anche la morte della virtualizzazione dello storage, perché le alte prestazioni delle memorie flash sarebbero strozzate dalla latenza implicta delle soluzioni virtualizzate”.

Grazie alle nuove proposte, HP conta di poter meglio soddisfare aziende dei settori telecomunicazioni, finance e manufacturing.

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Networking nel data center

Il terzo oggetto degli annunci è l’ufficializzazione della partnership con Arista Networks, che porta nel portfolio di HP un sistema di software defined networking “open” e basato su Linux con caratteristiche di scalabilità e alte prestazioni. Insieme all’importante acquisizione di Aruba Networks (con soluzioni più destinate agli ambienti di lavoro che al data center), questo accordo plasmerà l’offerta networking di HP. L’idea è sempre quella di poter offrire ai clienti una soluzione infrastrutturale completa, con vantaggi in termini di semplicità di gestione ma anche di identificazione e attribuzione delle responsabilità in caso di disservizi, che non potranno essere rimpallate tra un vendor e l’altro.

Parola d’ordine: efficienza

Per Yari Franzini, “la chiave per il successo in campo IT enterprise in questo momento è l’efficienza. I CIO e gli IT manager si trovano di fronte a richieste sempre più pressanti in termini di funzionalità e prestazioni, ma con un budget che nel migliore dei casi è stabile, e in qualche caso deve subire dei tagli”.

“Il public cloud, in crescita, sta sopperendo ad alcune di queste richieste, ma il settore del private cloud sta avendo una crescita ancor più forte, e sarà la chiave per le aziende più grandi per poter fornire servizi scalabili in tempi brevi ai clienti interni, tenendo sotto controllo il fenomeno dello shadow-IT”.