La Commissione Europea ha presentato un piano europeo per ridurre la dipendenza energetica dal gas russo. Denominato REPowerEU, il piano mira a diversificare le fonti di approvvigionamento di gas, accelerare la diffusione di gas rinnovabili e sostituire il gas nel riscaldamento e nella produzione di energia, rendendo così possibile ridurre di due terzi la domanda dell’UE di gas russo entro la fine dell’anno. 

Con il  Climate Neutral Data Centre Pact, i principali cloud e service provider si sono dati l’obiettivo di migliorare l’efficienza dei data center e approvvigionarsi da fonti rinnovabili per il 70 percento delle proprie esigenze entro il 2025, raggiungendo poi il 100 percento entro il 2030.

I data center consumano circa l’1% di tutta l’energia prodotta al mondo. La crisi internazionale in atto e il conseguente prevedibile aumento del costo dell’energia per un periodo indefinito di tempo, suggerisce un cambio di passo ai grandi del cloud e consiglia anche alle aziende più piccole di organizzarsi per migliorare l’efficienza energetica dei propri datacenter e inserire nel mix energetico fonti rinnovabili, o aumentarle nel caso fossero già presenti. È importante quindi capire dove sta andando la politica energetica europea.

Il piano REPowerEU

Da vari mesi l’Europa si trova ad affrontare un aumento dei prezzi dell’energia, ma ora l’incertezza sull’approvvigionamento dovuta alla guerra in Ucraina sta aggravando il problema. La Commissione Europea ha quindi proposto ieri la bozza di un piano per affrancare l’Europa dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, cominciando con il gas.

Il piano REPowerEU delinea anche una serie di misure volte a rispondere all’aumento dei prezzi dell’energia in Europa e a ricostituire le scorte di gas in vista del prossimo inverno. 

Già dall’ottobre scorso gli Stati membri dell’UE possono attenuare l’impatto dei prezzi elevati sui consumatori vulnerabili. Ora però la Commissione fornisce ulteriori orientamenti, che confermano la possibilità di regolamentare i prezzi in circostanze eccezionali e definiscono le modalità con cui gli Stati membri possono ridistribuire ai consumatori le entrate derivanti dagli elevati profitti del settore energetico e dallo scambio di quote di emissione.

In pratica apre alla possibilità di fissare un cosiddetto tetto dei prezzi (price cap) e a tassare temporaneamente gli extra profitti delle imprese del settore Oil&Gas o derivanti dal mercato ETS (il sistema europeo per lo scambio di emissioni), sempre per alleviare la pressione dei prezzi sui consumatori finali. 

E già ora le norme dell’UE in materia di aiuti di Stato offrono poi la possibilità di fornire sostegno a breve termine alle imprese colpite dai prezzi elevati dell’energia e di contribuire a ridurne l’esposizione alla volatilità dei prezzi dell’energia a medio-lungo termine.

Ma ora la Commissione consulterà gli Stati membri anche in merito alla necessità e all’ambito di applicazione di un nuovo quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato che consenta di fornire aiuti alle imprese colpite dalla crisi, in particolare quelle che devono far fronte a costi energetici elevati. 

La Commissione intende poi presentare entro aprile una proposta legislativa che preveda che gli impianti di stoccaggio sotterraneo di gas in tutta l’UE siano riempiti per almeno il 90 % della capacità entro il 1º ottobre di ogni anno. 

Il piano REPowerEU secondo le previsioni consentirà di uscire gradualmente dalla dipendenza dai combustibili fossili provenienti dalla Russia è possibile ben prima del 2030. Sarà basato su due pilastri: diversificare gli approvvigionamenti di gas, grazie all’aumento delle importazioni (GNL e via gasdotto) da fornitori non russi e all’aumento dei volumi di produzione e di importazione di biometano e idrogeno rinnovabile; ridurre più rapidamente l’uso dei combustibili fossili nell’edilizia, anche abitativa, nell’industria e a livello di sistema energetico grazie a miglioramenti dell’efficienza energetica, all’aumento delle energie rinnovabili e all’elettrificazione e superando le strozzature infrastrutturali. 

Con le misure previste dal piano REPowerEU si potrebbe eliminare gradualmente l’utilizzo di almeno 155 mld di m3 di gas fossile, equivalenti al volume importato dalla Russia nel 2021. Quasi due terzi di tale riduzione possono essere conseguiti entro un anno, ponendo fine all’eccessiva dipendenza dell’UE da un unico fornitore. 

Nel frattempo USA e GB hanno deciso per l’embargo di petrolio e gas russo e Biden ha dichiarato che in caso di bisogno le riserve strategiche sono a disposizione degli alleati. 

Il Ministro Roberto Cingolani intervenuto su Rai3 ha affermato che “stiamo lavorando con impianti nuovi, rigassificazione e contratti a lungo termine, rinforzo delle nostre infrastrutture e ragionevolmente in 24-30 mesi dovrebbero consentirci di essere completamente indipendente”. Ha inoltre escluso la riapertura di centrali a carbone anche in caso di aggravarsi della crisi emergenza ma ritiene che “si potrebbero mandare a pieno regime le due centrali principali ancora in funzione: Brindisi e Civitavecchia”. 

Infine, stamattina, la Russia ha avvertito che sta lavorando a una “rapida” risposta alle sanzioni occidentali che colpirà le aree più sensibili.