Nel corso di una conferenza stampa di fine anno, Lenovo Italia ha tirato le somme dei risultati ottenuti, in particolare dalla divisione data Center, delle tendenze in atto nell’azienda e presentato i risultati di una ricerca effettuata tra il personale IT di 1.400 aziende con più di 1.000 dipendenti in UK, Germania, Francia, Italia, Russia e Turchia.

La ricerca di Lenovo ha evidenziato che l’’87% degli intervistati dichiara di sentirsi investito dall’azienda della responsabilità di portare avanti l’innovazione in azienda, ma emerge un divario tra le aspettative del top management e le scarse risorse allocate per raggiungere gli obiettivi della trasformazione digitale (fattore che è ritenuto il più importante per il 25% degli intervistati).

Tre sfide e i limiti principali legati alla tecnologia, il 22% degli intervistati ritiene che il problema principale sia l’hardware attuale, inadeguato a supportare applicazioni di nuova generazione, in particolare in ambito IoT; per altrettanti intervistati la preoccupazione principale è quella di non non riuscire a mantenere un efficace  controllo a seguito dell’introduzione di smart machine in azienda.

Il 25 percento dei responsabili IT intervistati, teme invece che i dipendenti non abbiano competenze tecniche sufficienti a supportare il deployment e la gestione di applicazioni complesse, ancora una volta con particolare riguardo a quelle inerenti la Internet of Things.

Come va il Lenovo Data Center Group

Alessandro de Bartolo, Country Manager Italia del Lenovo Data Center Group

Alessandro de Bartolo, Country Manager Italia
del Lenovo Data Center Group

La divisione Data Center Group, guidata in Italia da Alessandro de Bartolo, è diventata uno dei principali motori di crescita dell’azienda a livello globale, soprattutto a seguito dell’acquisizione del ramo server x86 da IBM.

L’Italia ha avuto nel 2016 risultati particolarmente positivi, dovuti anche alla commessa per la realizzazione del supercomputer Marconi del Cineca, di cui è stata recentemente completata la seconda fase che lo ha portato, con 300.000 CPU e 12 Gflop, a essere il primo supercomputer in europa e il dodicesimo nel mondo per potenza di calcolo.

Tra i motivi del successo, evidenziati da altre ricerche fatte dall’azienda, c’è l’elevata soddisfazione dei clienti per l’affidabilità dei server e il livello di supporto, che – come qualcuno poteva temere – non ha sofferto nel passaggio da IBM a Lenovo.

Per il futuro, Lenovo sarà sempre più impegnata nel proporre soluzioni convergenti e iper convergenti, grazie a partnership nei settori dello storage flash e del software, per aiutare i clienti nella transizione dall’architettura tradizionale verso il software defined data center e soluzioni di private/hybrid cloud.

lenovo server data center

Tappa importante di questo percorso sarà l’introduzione dei sistemi convergenti ThinkAgile, presentati a ottobre e la cui introduzione in Italia è prevista nel primo trimestre dell’anno. I sistemi ThinkAgile offriranno una soluzioni pre-configurate e pre-validate per server, storage e networking, che consentono una elevata rapidità di installazione ed espansione.

La componente di storage all-flash per ThinkAgile CS sarà fornita da Nimble Storage, con la quale Lenovo ha stretto una importante partnership che porterà le due aziende anche a sviluppare congiuntamente nuovi prodotti, mentre il software XClarity fornirà gli strumenti di gestione e controllo dell’infrastruttura.