Intel ha presentato oggi la nuova generazione di CPU per server Xeon, un avanzamento che Carmine Stragapede, responsabile del Data Center Group di Intel Italia, ha definito il più importante annuncio fatto da Intel nell’ultimo decennio per quanto riguarda la piattaforma server.

Per Stragapede, la nuova generazione di Xeron è stata pensata per affrontare le sfide dei data center attuali e del prossimo futuro, che sono in rapida e costante espansione e cambiamento, trainata dalla spinta alla trasformazione digitale. Si va verso un’economia fatta di nuovi servizi che dipendono da data center sempre più grandi e concentrati, con una forte crescita dei servizi cloud, in particolare nel segmento private cloud.

Diventa necessario realizzare processori che possano essere ottimizzati per i nuovi workload, su tre diversi vettori:

  • Memory intensive
  • CPU intensive
  • I/O intensive

Secondo Intel, la famiglia Xeon recepisce questa impostazione. È la prima famiglia di processori pensata per carichi di lavoro ad altissime prestazioni, con un miglioramento medio di prestazioni di 1,6X rispetto alla versione precedente di Xeon.

Questo avviene grazie a una microarchitettura completamente nuova che va verso l’integrazione nel chip di diversi componenti, dal networking alla memoria, e che in futuro guarderà all’integrazione di core personalizzabili (FPGA).

Intel sta investendo molte risorse affinché le principali librerie software di workload ad alte prestazioni (deep learning, calcolo vettoriale, Intelligenza Artificiale, big data…) siano ottimizzate al massimo per sfruttare le funzioni dei nuovi Xeon.

Le famiglie di chip Xeon e le novità tecnologiche

Nell’approfondimento tecnico, Andrea Luiselli, Enterprise Technology Specialist di Intel Italia, ha annunciato che la nuova piattaforma Purely nasce oggi su Skylake, ma è pronta per accogliere anche la prossima generazione, nome in codice Cascade Lake.

Per la parte di comunicazione viene introdotta l’Ethernet 10GB on board, e la Intel Omni Path fabric viene ora integrata nel processore.

Aumenta il numero dei core (da 22 a 28), sempre con hyper threading, e cambia l’architettura complessiva del die, che non vede più i diversi core divisi in due isole separate, ma permette interconnessioni veloci anche tra core non adiacenti.

La cache L2 passa da 256k a 1 MB, riservati al singolo core, mentre la cache L3 apparentemente diminuisce, anche se a differenza del passato non vengono più duplicate nella L3 le informazioni già presenti nella L2.

Per quanto riguarda la memoria, è ora possibile indirizzare fino a 1,5 TB per socket sulle fasce più alte e i canali di comunicazione passano da 4 a 6. Soprattutto, si passa da 16 a 32 istruzioni per ciclo di clock, migliorando le prestazioni (rapporto GFLOP/GHz) e l’efficienza energetica (GFLOP/Watt).

La nuova gamma Intel sarà declinata su quattro livelli di prestazioni:

  • Bronze: carichi leggeri e server a basso costo
  • Silver: carichi moderati con una buona efficienza energetica
  • Gold: ottimizzati per alti carichi di lavoro, efficienza e agilità
  • Platinum: massime prestazioni e workload differenti in situazioni mission critical

I chip dei quattro livelli condivideranno tutti lo stesso socket, portando a una semplificazione nell’ingengerizzazione dei server rispetto alla piattaforma attuale, che prevede due famiglie diverse e con socket incompatibili. I processori diventano quindi interscambiabili, anche se sulla stessa board non potranno convivere CPU di fasce diverse.

Roadmap dei socket per Intel Xeon.

Secondo Luiselli, la piattaforma Purely rappresenta un importantissimo passo in avanti nella gestione dei nuovi data center efficienti e i miglioramenti introdotti prendono in considerazione tutte le esigenze dell’high performance computing odierno: non solo la potenza di calcolo, ma anche un’elevata capacità di I/O e elevate prestazioni per le operazioni con la memoria. Nel prossimo futuro l’integrazione FPGA comporterà un ulteriore salto di prestazioni e funzionalità.