C’è anche l’Italia tra gli otto Paesi selezionati dalla UE per ospitare i primi supercomputer europei. La sede prescelta è Bologna, annunciata insieme agli altri otto siti ospitanti in occasione dell’incontro del gruppo European High Performance Computing Joint Undertaking.

I supercomputer sosterranno ricercatori, industria e imprese europei nello sviluppo di nuove applicazioni in un’ampia gamma di settori, dalla progettazione di medicinali e nuovi materiali alla lotta ai cambiamenti climatici. L’iniziativa fa parte del progetto EuroHPC, l’impresa comune europea per il calcolo ad alte prestazioni avviata nel novembre 2018 per dotare l’UE di un’infrastruttura di supercalcolo di prim’ordine entro la fine del 2020.

Si tratta di un importante passo avanti che consente all’Europa di avanzare nella capacità di calcolo”, ha dichiarato Andrus Ansip, Vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale dall’Unione Europea. “Ci aiuterà a progredire nelle tecnologie orientate al futuro, come l’Internet delle cose, l’intelligenza artificiale, la robotica e l’analisi dei dati”.

Il ministro Bussetti: “grande soddisfazione per il nostro Paese”

L’Italia ha proposto la propria candidatura come paese ospitante lo scorso 21 gennaio, grazie a un Consorzio congiunto con la Slovenia guidato dal Consorzio Interuniversitario CINECA, insieme all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA). La candidatura è stata accettata e la sede prevista per il nuovo supercomputer è Bologna.

Per l’Italia questa notizia è motivo di orgoglio. È il frutto di un importante lavoro di squadra”, ha commentato Marco Bussetti, Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. “Si tratta di un’iniziativa in cui ho fortemente creduto sin dal primo momento in cui mi sono insediato al Ministero, ritenendola strategica per il nostro Paese, tanto da destinarvi risorse specifiche, 120 milioni di euro”.

In una nota stampa Bussetti ha sottolineato che la scelta dell’Unione Europea riconosce all’Italia un ruolo di primo piano nel campo dell’high perfomance computing e delle tecnologie abilitanti, che permetterà di “sfruttare appieno le potenzialità dei big data, dei data analytics e dell’Intelligenza artificiale”.

Importanti anche le ricadute della nuova infrastruttura di Bologna, che potrà dare un impulso sia nelle attività di ricerca di Università e centri privati sia alle “imprese private, creando un ecosistema digitale adeguato ad accogliere nuovi investimenti pubblici e privati nei settori più avanzati”, ha aggiunto Bussetti.

Al via il progetto EuroHPC

Oltre a Bologna, i supercomputer europei saranno collocati a Sofia (Bulgaria), Ostrava (Cechia), Kajaani (Finlandia), Bissen (Lussemburgo), Minho (Portogallo), Maribor (Slovenia) e Barcellona (Spagna).

Tra gli otto sistemi che verranno installati tre sono precursori di macchine a esascala, in grado di eseguire oltre 150 petaflop, ovvero 150 milioni di miliardi di calcoli al secondo, e saranno tra i cinque migliori al mondo. La UE stima che avranno una potenza di calcolo quattro/cinque volte superiore rispetto agli attuali sistemi di supercalcolo di punta del partenariato per l’informatica avanzata in Europa (PRACE).

Insieme alle altre cinque macchine a petascala (in grado di eseguire almeno 4 petaflop, ovvero 4 milioni di miliardi di operazioni al secondo), permetteranno di raddoppiare le risorse disponibili per il supercalcolo a livello europeo.