Eni ha avviato il suo nuovo super computer Hpc3 per supportare le attività di esplorazione ed estrazione dell’azienda. Il super computer, situato presso il Data Center di Ferrera Erbognone (PV), fornirà insieme al preesistente Hpc2 una potenza di calcolo totale di 5,8 peta FLOPS, con una potenza di picco di 8,4 pFLOPS.

Seguendo la filosofia Eni nel campo dell’high performance computing, il nuovo cluster è basato su architetture di tipo ibrido, che utilizzano GPU come acceleratori di calcolo insieme ai normali processori.

Hpc3 è stato progettato internamente puntando a creare un sistema a basso consumo energetico in grado di fornire la massima quantità di potenza di calcolo richiesta dai programmi di calcolo proprietari Eni per l’analisi di dati e la creazione di modelli del sottosuolo.

Leggi anche: cos’è l’High Performance Computing

Il risultato è un supercomputer in grado di sviluppare 3,66 gigaFLOPS per watt, un risultato eccellente secondo l’azienda, ulteriormente migliorato dal raffreddamento diretto alimentato da aria a temperatura ambiente.

Hpc3 rappresenta un passo intermedio verso la prossima evoluzione, l’Hpc4, previsto a inizio 2018. Con Hpc4 Eni punterà a superare la barriera dei 10 petaFLOPS.

Per l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, avvio del nuovo sistema di supercalcolo Hpc3, e il successivo Hpc4 “consentiranno a Eni di implementare i più avanzati e sofisticati applicativi proprietari sviluppati dalla nostra ricerca nei campi dell’imaging sismico, della modellizzazione geologica e della simulazione dinamica di giacimento permettendo di ridurre il rischio minerario e la compressione delle tempistiche dell’intero ciclo upstream”.