La modernizzazione delle infrastrutture e applicazioni, la maturazione dell’utilizzo del cloud verso un approccio ibrido, l’aumento dei carichi di lavoro trainato dalla IA ma soprattutto i cambiamenti apportati da Broadcom alle licenze VMware e ai programmi del suo canale distributivo stanno creando un terreno fertile per la crescita di Nutanix. Il fatturato del secondo trimestre, 565 milioni di dollari, è aumentato del 16% rispetto allo stesso periodo del 2023, facendo arrivare i ricavi degli ultimi dodici mesi a 1,74 miliardi di dollari.

Sono in aumento soprattutto i servizi in abbonamento (+23% il valore dei contratti annuali), segmento su cui l’azienda sta puntando molto e che non dovrebbe riservare sorprese nei rinnovi, visto il punteggio di Net Promoter Score (90) che misura il grado di soddisfazione dei clienti.

Complessivamente, è aumentato del 29% il margine di cassa, facendo crescere le risorse “che potranno essere impiegate per ulteriori ricerca e sviluppo”, ha dichiarato il country manager italiano Benjamin Jolivet nell’annuale incontro con la stampa.

Virtualizzazione e container, un mercato in subbuglio

Nutanix Benjamin Jolivet

Benjamin Jolivet, Country Manager italia di Nutanix

Dal punto di vista delle tecnologie, oltre all’introduzione della piattaforma Kubernetes D2iQ per la gestione di app cloud assistita dalla IA, va segnalata una crescita del 7% nell’adozione dell’hypervisor della casa AVH, che ora gestisce il 70% dei core totali.

Un altro segno della turbolenza creata nel settore della virtualizzazione dalle politiche di Broadcom/VMware, e di cui secondo il Sales Manager area Nord Thomas Giudici abbiamo visto solo l’inizio. “Qualche cliente è intenzionato a fare uno switch completo, C’è chi cerca di fare uno switch completo, ma un passaggio di questo tipo non è una cosa immediata e richiederà 12 mesi almeno. Molti altri vogliono introdurre un’alternativa per prepararsi una possibile via di uscita”, afferma.

“È un fattore che ha stravolto il mercato e cambiato l’appeal di Nutanix verso i partner. Veniamo approcciati da molti partner nuovi che hanno bisogno di informazioni e formazione, cosa che i distributori si stanno preparando a fornire. Nutanix sta rispondendo a questa richiesta grazie a un ecosistema forte e alleanze che ci stanno aiutando ad aiutare i clienti”, aggiunge Giudici.

La soluzione “GPT in a box”

Proprio grazie alle alleanze arriva l’offerta di GPT in a box, una infrastruttura “chiavi in mano” pronta per lo sviluppo e l’erogazione di applicazioni di IA generativa privata (ne avevamo parlato più in dettaglio qui). Sono ormai diversi i casi d’uso in svariati settori verticali, dalla generazione di contenuti e codice alla ricerca di informazioni, dalla modellazione delle molecole dei farmaci alla prevenzione delle frodi. Un’adozione rapida però è resa complicata dalla complessità tecnica e dalle competenze del personale, che devono essere in domini diversi e a volte molto lontani tra loro.

“Chi si occupa di IT operation non conosce il machine learning, e il tecnici di MLOps non hanno controllo sull’infrastruttura IT. I data scientist conoscono solo i modelli e hanno bisogno che funzionino”, afferma Marco del Plato, System Engineering Manager. In tutto ciò, ci sono le preoccupazioni relative alla governance dei dati e alla possibile esposizione di segreti industriali e proprietà intellettuale.

Obiettivo di Nutanix è offrire una piattaforma in grado di eseguire foundation model open source su una infrastruttura ibrida, dal cloud al data center, dove può avvenire il fine tuning dei modelli, fino alla possibilità di fare inferenza direttamente sull’edge.

Nutanix AI Cloud to Edge

La soluzione GPT in a Box include uno stack preconfigurato con i framework per progettare e gestire stack composti da GPU, storage di file od oggetti, virtualizzazione e container, il tutto ottimizzato per i modelli Llama 2, Falcon e MPT.

“Lo scopo finale è quello di garantire la possibilità di avere un ambiente di AI MLOPs così semplice da poter essere attivabile con un clic, e che dà garanzie di sviluppo e supporto nel lungo periodo”, conclude Del Plato.

La partnership con Cisco

Una soluzione di questo tipo richiede una profonda integrazione con lo strato hardware, sia dal punto di vista del computing che del networking. Si inserisce qui la proposta di Cisco, che lo scorso anno ha stretto con Nutanix una partnership tecnologica che prevede la condivisione di roadmap comuni tra i due gruppi di engineering e sviluppo.

“Con Nutanix abbiamo obiettivi tecnologici comuni: semplificare le cloud operations, accelerare la trasformazione dell’IT con una maggiore possibilità di scelta e creare un’infrastruttura iperconvergente resiliente”, afferma Fabrizio Gergely Architecture Sales Leader Italy di Cisco.

cisco e nutanix

“Grazie all’acquisizione di Splunk in ambito MLOps, il nostro Unified Computing System e lo sviluppo di tecnologie di software defined networking e connettività in grado di supportare i carichi applicativi AI, siamo in grado di integrarci perfettamente alla piattaforma HCI di Nutanix per raggiungere questi obiettivi”, conclude.