Il Green Data Center dell’Università di Pisa (UniPi) si è arricchito di 38 rack, che sommati ai 66 già esistenti ne fanno il più grande Data Center universitario d’Italia, nonché l’unico ad aver ottenuto la classificazione A da parte di AgID.

“L’ampliamento di questa struttura ci permette di compiere un salto di qualità in progetti competitivi di elevato livello e in contesti di frontiera come il 5G, l’IA, il quantum computing e il tema dell’high performance computing nel contesto del Centro Nazionale finanziato nel PNRR”, ha commentato il rettore Riccardo Zucchi.

L’espansione del data center pisano permetterà infatti di incrementare notevolmente la potenza di calcolo a disposizione della ricerca scientifica di UniPi che, attualmente, può contare già su circa 700 nodi per un totale di circa 30.000 core di calcolo e più di 100 GPU di varie generazioni. Il potenziamento del data center avrà ricadute positive anche sul territorio, il tutto con una forte attenzione per la sostenibilità ambientale.

“L’obiettivo principale del progetto di espansione del Green Data Center è stato quello di integrare nuovi elementi tecnologici senza snaturare il progetto originale, pensato per avere l’impatto ambientale minore possibile. Grazie alle nuove soluzioni adottate, il Green Data Center è così in grado di supportare infrastrutture di High-performance computing (HPC) e di Intelligenza Artificiale di ultima generazione per i prossimi anni limitando i consumi energetici”, ha spiegato il CTO del Data Center, Maurizio Davini.

Veduta aerea del Green Data Center dell’Università di Pisa

Veduta aerea del Green Data Center dell’Università di Pisa

Per farlo, sono state scelte soluzioni di raffreddamento a liquido come Liebert XDU di Vertiv e la soluzione HyperCool di Zutacore, che permettono l’implementazione del raffreddamento a liquido anche in data center già esistenti con raffreddamento ad aria. È stata così possibile anche l’adozione di sistemi di calcolo ultima generazione come Lenovo Neptune, che garantisce un abbattimento fino al 40% dei consumi di energia senza dover sacrificare le prestazioni.

Infine, è stata potenziata anche la connettività interna ed esterna ad alta velocità della struttura. “Grazie all’attivazione di un secondo nodo di collegamento alla rete nazionale a banda ultra-larga di nuova generazione (GARR-T), dedicata alla comunità dell’istruzione e della ricerca, la potenza di calcolo scientifico del nostro Green Data Center è aumentata enormemente” spiega Stefano Suin, dirigente della Direzione Infrastrutture Digitali dell’Università di Pisa. “Oggi, infatti, questa struttura può contare su una connettività interna a 200 Gbit/sec e una esterna da 100 Gbit/sec, che consente di sfruttare appieno le sue potenzialità in termini di accesso ai sistemi di HPC e IA e di erogabilità in base alle necessità di ogni progetto, senza dimenticare la doverosa attenzione alla protezione dei dati e dei risultati della ricerca”.