Dopo alcuni mesi di test e fase beta, il servizio Google Container Engine per la creazione di cluster di container sulla piattaforma Google Cloud è finalmente disponibile in versione definitiva, andandosi così a inserire in uno scenario in grande ascesa come quello dei container Linux.

Nel comunicato stampa diramato nelle scorse ore, Google approfondisce il discorso su questa tecnologia, spiegando che i container rappresentano la risposta migliore e più semplice per impacchettare le applicazioni e ricordando che tutti i suoi servizi, compresi Gmail e Search, girano proprio in container Linux. Il Product Manager della grande G Craig Mcluckie ha inoltre specificato come ogni settimana nei data center di tutto il mondo Google vengano lanciate due miliardi di istanze di container.

Il Container Engine di Google permette, oltre alla la creazione rapida di un cluster e al suo riempimento con container delle applicazioni volute, anche la gestione automatica dei container, basandosi sui requisiti che questi devono avere. Il sistema proposto da Mountain View offre inoltre alcune funzionalità per monitorare lo stato operativo dei container e per eventualmente modificare le risorse assegnate all’intero cluster.

Il cuore del Container Engine è rappresentato da Kubernetes per orchestrare i container su ampia scala. In questo modo è possibile sia coordinare il funzionamento dei container che eseguono diversi componenti di una stessa applicazione, sia gestire la distribuzione dei carichi elaborativi in ambienti ibridi, cioè distribuiti fra il cloud di Google e l’infrastruttura IT del cliente, più eventualmente quelle di altri cloud provider.

Kubernetes inoltre è completamente open source ed è sostenuto da molti leader It e da centinaia di contributori, oltre a offrire un backbone per l’orchestrazione e il supporto all’offerta di container Red Hat e a essere pronto per i clienti enterprise che vogliano adottarlo per i propri servizi applicativi.