Dazi e IA generativa: una doppia sfida per i data center

I responsabili IT delle imprese si stanno trovando ad affrontare una duplice incertezza destinata a complicare non poco le decisioni relative alla costruzione di data center: le strategie in evoluzione dell’IA generativa e l’instabilità delle guerre tariffarie promosse dall’amministrazione Trump.
Secondo Alvin Nguyen, Senior Analyst di Forrester, i dazi stanno aggiungendo complessità a strategie già volatili. “Tutte queste tariffe potrebbero diventare un elemento in grado di rallentare l’IA”, afferma Nguyen. “E se si rallenta l’IA, si rallenteranno anche i data center”. In questo contesto, organismi come il CISPE (Cloud Infrastructure Service Providers in Europe) stanno esortando le autorità a escludere i servizi cloud e digitali dalle dispute tariffarie.
La pianificazione temporale rappresenta la variabile più critica. La costruzione di un data center aziendale può infatti richiedere da sei mesi a tre anni, rendendo difficile prevedere l’impatto di dazi che cambiano frequentemente. Alcune imprese stanno cercando di aggirare i problemi tariffari acquistando componenti in grandi quantità, sufficienti a durare alcuni anni.
Tuttavia, questo approccio presenta sfide significative. È necessario disporre di spazio di stoccaggio considerevole e di capitale per acquisti anticipati, senza contare le tempistiche molto strette per ordinare e ricevere i componenti prima dell’entrata in vigore delle tariffe, soprattutto considerando le potenziali carenze di componenti nel mercato.
Decisioni complesse per i leader IT
Anche la scelta dell’ubicazione del data center rimane una sfida che richiede di considerare molteplici fattori. Questi includono lo spazio disponibile, le risorse energetiche, di raffreddamento e idriche, la prossimità agli utenti dei servizi e la competizione con altre entità per risorse come energia, terreni e personale. Nguyen suggerisce che la situazione tariffaria potrebbe influenzare le imprese a ridurre le dimensioni dei loro nuovi data center per trovare un equilibrio con le comunità locali.
L’Info-Tech Research Group prevede inoltre significativi aumenti dei costi, con stime del 20% in più per i materiali di costruzione, del 25% in più per i componenti hardware IT e un incremento complessivo del 16% per i costi di costruzione dei data center. Quasi ogni centro di costo per la costruzione di un data center sarà quindi gravemente colpito dai dazi, con aumenti di prezzo immediati alla loro entrata in vigore.
La situazione diventa ancora più complessa quando si considera la provenienza geografica dei vari componenti. La Cina, con dazi complessivi del 54%, è una fonte importante di materie prime ed elementi critici essenziali per la produzione di componenti per data center. Taiwan, con un’aliquota tariffaria del 32%, è l’unico fornitore per la maggior parte dei chip avanzati utilizzati nell’IA, negli smartphone e in qualsiasi applicazione moderna che richieda alte prestazioni in dimensioni ridotte. La Corea del Sud (dazi del 25%) è un fornitore chiave di chip di memoria, mentre Giappone (24%), Germania (20% tariffa UE) e Paesi Bassi (20% tariffa UE) sono fornitori di sottocomponenti come rack per server, sistemi di raffreddamento e apparecchiature per semiconduttori.
Prospettive per le strategie di localizzazione
La questione della localizzazione dei data center sta poi diventando sempre più strategica. Con l’acuirsi delle tensioni commerciali, le aziende stanno considerando alternative di localizzazione che possano ridurre l’esposizione alle tariffe. Alcuni paesi stanno emergendo come hub alternativi per la costruzione di data center, offrendo incentivi fiscali e normativi per attirare investimenti nel settore. Questo potrebbe portare a una diversificazione geografica significativa nell’industria dei data center nei prossimi anni, creando opportunità per nuove regioni ma anche sfide logistiche e operative per le aziende multinazionali.
Le strategie di risposta a tutte queste sfide variano tra gli esperti. Bickley prevede che alcuni progetti di data center potrebbero essere addirittura sospesi indefinitamente, mentre Matt Kimball di Moor Insights & Strategy consiglia di sospendere l’acquisto di materiali che potrebbero essere impattati dai dazi per vedere come si evolve la situazione. In conclusione, a causa della pianificazione a lungo termine e di tutti i potenziali cambiamenti politici, Forrester consiglia di non modificare troppo i piani per i data center, in una visione prudente che riflette la necessità di mantenere una visione strategica di lungo periodo nonostante le incertezze attuali.