Milano si prepara a un cambiamento strutturale senza precedenti nel panorama energetico e digitale europeo. Secondo le dichiarazioni del CEO di A2A, Renato Mazzoncini, i data center presenti nell’area metropolitana del capoluogo lombardo sono infatti destinati a passare dagli attuali 200 megawatt a circa due gigawatt di capacità entro i prossimi cinque anni. Si tratta di un incremento di dieci volte che colloca la città tra i principali poli di calcolo ad alte prestazioni in Europa, con un impatto diretto sull’infrastruttura elettrica, sulle politiche energetiche locali e sulle strategie ESG delle aziende coinvolte.

La spinta principale a questa espansione arriva dall’intelligenza artificiale e dalla crescente necessità di elaborazione dati in tempo reale. I data center non sono più considerati semplici infrastrutture di archiviazione, ma autentici motori computazionali che alimentano modelli linguistici avanzati, servizi cloud hyperscale e piattaforme digitali mission-critical. È in questo contesto che Milano sta assumendo un ruolo strategico, grazie alla presenza di infrastrutture energetiche consolidate, un ecosistema economico all’avanguardia e una posizione geografica che favorisce l’interconnessione con le reti europee.

Attualmente, il picco di domanda elettrica della città si aggira attorno a 1,5 gigawatt. L’aggiunta di 2 gigawatt destinati esclusivamente ai data center non potrebbe essere assorbita dalla rete di distribuzione locale senza un profondo ripensamento del modello energetico. Per questo motivo le nuove infrastrutture saranno collegate direttamente alla rete ad alta tensione nazionale o, in alcuni casi, connesse ai siti di produzione elettrica, bypassando la rete distributiva urbana. È un modello tipico dei grandi hub digitali globali, che consente di aumentare la resilienza del sistema e garantire continuità di servizio anche in condizioni di picco.

Il ruolo di A2A è centrale in questo scenario. Terza utility italiana per numero di clienti e leader assoluta in Lombardia, l’azienda si trova in una posizione privilegiata per beneficiare di questo nuovo mercato energetico digitale, anche se come già accennato l’incremento della potenza disponibile non può avvenire senza un ripensamento profondo della generazione. Le autorità locali e regionali stanno infatti accelerando sia sul fronte delle rinnovabili, sia su quello della capacità termoelettrica.

Linux data center

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Mazzoncini ha dichiarato che oltre 3 gigawatt di nuova potenza termoelettrica sono già stati costruiti, autorizzati o sono in fase di realizzazione nella regione. Questa riserva energetica servirà principalmente a garantire continuità e stabilità alla rete, fornendo un sostegno essenziale nelle ore in cui la produzione da fotovoltaico ed eolico non è sufficiente a coprire la domanda. Parallelamente, si sta lavorando per aumentare la quota di energia rinnovabile, in linea con gli obiettivi europei ESG e con le strategie di decarbonizzazione a lungo termine.

Nonostante i costi dell’elettricità in Italia siano storicamente più alti rispetto a quelli di altri Paesi europei, come Germania e Francia, il CEO di A2A ha evidenziato come questo non stia scoraggiando gli investitori. Il motivo risiede nella convergenza progressiva dei costi di generazione: una turbina eolica o un impianto fotovoltaico producono energia allo stesso costo indipendentemente che si trovino in Italia, Irlanda o Spagna. Questo processo di livellamento rende meno rilevante la logistica della produzione rispetto alla disponibilità di infrastrutture digitali e alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico.

Un altro elemento strategico è rappresentato dai Power Purchase Agreement (PPA), contratti a lungo termine che permettono agli operatori dei data center di garantirsi un prezzo stabile per l’energia, agganciandosi direttamente a produttori o utility come A2A. Una soluzione particolarmente apprezzata dai grandi player internazionali del cloud e dell’intelligenza artificiale che richiedono non solo energia continua, ma anche certezze sui costi operativi a lungo termine.

Il fenomeno dei data center non riguarda solo la crescita industriale, ma tocca in profondità le politiche di sostenibilità. Le aziende coinvolte devono rispondere a standard sempre più stringenti in termini di efficienza energetica, riduzione delle emissioni e integrazione con fonti rinnovabili. Milano, con la sua trasformazione in hub digitale, rappresenta un caso di studio unico nel contesto europeo: una città tradizionalmente legata alla finanza, ai servizi e al manifatturiero avanzato che si sta rapidamente riconvertendo in infrastruttura critica per l’economia dell’intelligenza artificiale.