Nutanix nasce nel 2009 con l’obiettivo di rendere disponibili alle aziende lo stesso tipo di architettura che i colossi del web (Amazon, Facebook, Google…) hanno inventato e costruito per sé: una infrastruttura cloud fatta di numerosi di server commodity a basso costo e con architettura iperconvergente.

Questo tipo di architettura, oltre a essere quella preferita per la raccolta e l’analisi di big-data, secondo il Country Manager di Nutanix Italia Alberto Filisetti, permette di superare alcuni ostacoli e colli di bottiglia delle tecnologie di cloud e virtualizzazione più tradizionali, in particolare in termini di scalabilità, rapidità nel deployment, resilienza e indipendenza dai vendor.

Inizialmente focalizzata su applicazioni di Virtual Desktop Infrastructure (applicazione critica perché ha come discriminante la garanzia di una user experience fluida), le soluzioni Nutanix si sono rapidamente espanse negli ultimi sei anni risalendo lo stack ISO/OSI, virtualizzando e rendendo quindi definite nel software funzioni come lo storage e il networking, fino a creare nel 2015 il proprio sistema operativo Acropolis e il suo hypervisor AHV.

Malgrado ciò, e pur vendendo appliance e server a proprio marchio, Nutanix rimane aperta e neutrale verso l’uso di altri hypervisor o hardware di terze parti, essendo focalizzata al 100 percento sulla parte software.

I “pilastri” di Nutanix

Per Filisetti, che ha portato Nutanix in Italia nel 2012, l’azienda basa il suo successo su tre principi fondamentali:

Alberto Filisetti, Country Manager di Nutanix Italia

Alberto Filisetti, Country Manager
di Nutanix Italia

  1. L’innovazione continua, anche attraverso acquisizioni di tecnologie integrate per la gestione di infrastruttura e applicazioni.
  2. Un livello di supporto “maniacale”, riconosciuto dal parametro Net Promoter Score, che assegna a Nutanix un 92% di gradimento contro il 34% del primo concorrente. L’azienda si propone come primo, e spesso unico punto di contatto per la soluzione dei problemi, anche se questi originano da prodotti e servizi di terze parti (server, storage, network…).
  3. La semplicità d’uso, ottenuta grazie a un’unica interfaccia di amministrazione, il software Prism, è possibile gestire sia gli ambienti on-premises sia il cloud da un unico punto che può vedere l’uno come l’estensione dell’altro, e viceversa. Questo semplifica e velocizza il deployment di nuove applicazioni e servizi.

E quella della gestione delle applicazioni, grazie anche ad aggiunte come la piattaforma di automazione e software lifecycle management Calm, è dichiaratamente la direzione in cui si sta muovendo l’azienda. Sempre in questo segmento, Nutanix ha annunciato l’accordo definitivo per l’acquisizione di Netsil, azienda fornisce funzionalità di application discovery e gestione delle operations anche in ambienti cloud distribuiti.

Nutanix in Italia

Negli ultimi tre anni Nutanix Italia ha raddoppiato i propri numeri ed è arrivata a un team di 30 persone divise in tre sedi, a Milano, Roma e Padova, fondamentale secondo Filisetti per seguire adeguatamente il Nordest, regione i cui imprenditori stanno capendo molto bene che l’innovazione IT è un passaggio necessario per competere adeguatamente con le aziende estere.

La vendita utilizza unicamente il canale indiretto, che viene affiancato per la progettazione delle soluzioni più complesse. Nel mirino ci sono ovviamente i grossi spender in tecnologie IT: pubblica amministrazione, finance e manifatturiero su tutti. E proprio dalla PA centrale, che può vantare alcune eccellenze al suo interno, sta venendo secondo Filisetti una forte spinta innovativa.