Secondo le nuove stime di Gartner il passaggio delle aziende ai servizi cloud finirà per spostare oltre mille miliardi di dollari da qui al 2020 in modo diretto o indiretto. Cifra che renderà il cloud una delle forze più disruptive in assoluto da quando è emersa l’era digitale.

Già a fine 2016 la quota diretta della spesa IT che passerà da prodotti tradizionali a servizi cloud ammonterà a 111 miliardi di dollari, per arrivare a 216 miliardi nel 2020. All’interno di questo scenario Gartner prevede che la parte più rilevante di questo “cloud shift” riguarderà il mercato del Business Process Outsourcing, con il passaggio da soluzioni classiche a servizi BPaaS che arriverà a un valore di 42 miliardi di dollari. La classifica prosegue con il software applicativo (36 miliardi di dollari per servizi SaaS), con i 22 miliardi di dollari per servizi IaaS con gli 11 miliardi di dollari dei servizi PaaS.

Saranno però gli effetti indiretti del cloud shift a generare il maggior valore, come ad esempio lo scenario in cui le aziende, invece di acquistare sistemi operativi tradizionali, si affideranno ad applicazioni containerizzate, oppure preferiranno una combinazione di storage in locale e nel cloud al posto di sistemi interamente on-premise.

“Man mano che le aziende adottano una nuova architettura IT e una nuova filosofia operativa, si preparano a nuove opportunità nel business digitale. Quelle che poi adottano modelli operativi basati sul cloud si posizionano meglio rispetto all’ottimizzazione dei costi e alla crescita della competitività” ha dichiarato Ed Anderson, Research Vice President di Gartner.