“Anche in Italia il cloud è ormai una realtà. Lo percepiamo da tanti elementi piccoli e non. Amazon ha in Italia il cliente più grande in Europa (Enel, ndr) e sta pensando di costruire un data center in Italia, segno che vede nel mercato italiano una realtà in cui investire.

Sta anche cambiando il modello di implementazione pratica del cloud ibrido: da approccio in cui si separavano nettamente i carichi di lavoro da eseguire in locale da quelli erogati nel cloud, si stanno affermando modelli in cui è la singola applicazione a essere ibrida, perché accede contemporaneamente a dati in cloud e ad altri che stanno on-premises”.

Mauro Bonfanti_Regional Director Italy di Pure Storage.

Mauro Bonfanti_Regional Director Italy di Pure Storage.

È con queste parole che Mauro Bonfanti, Country Manager Italia di Pure Storage, ha descritto il particolare momento di maturazione ed evoluzione dell’architettura cloud in cui l’azienda fornitrice di soluzioni di storage finora disponibili solo come flash array da installare nel data center, ha annunciato l’estensione della sua data platform anche al cloud pubblico.

L’annuncio è declinato in tre parti:

Un nuovo prodotto, Cloud Block Store for AWS, che permetterà di usare il software di gestione Purity per gestire lo storage sul cloud pubblico di Amazon. Non si tratta di un semplice software che si installa su una singola macchina virtuale, ma di un layer che gestisce e orchestra più macchine virtuali (almeno due per il contoller più sette per i dati) per garantire affidabilità e prestazioni. Cloud Block Store è disponibile come beta pubblica limitata.

Una nuova funzionalità, CloudSnap for AWS, che permette di fare una copia dei Flash Array Pure Storage su AWS S3, velocizzando e semplificando le operazioni di backup e soprattutto di ripristino. L’obiettivo è quello di passare dalla filiera di backup flash ad alte prestazioni, hard disk e poi nastro, a una più snella costituita da flash ad alte prestazioni, flash di fascia media e poi cloud, con due vantaggi: un ripristino più veloce, perché non è necessario dover recuperare i nastri, spesso archiviati lontani dal data center per motivi di sicurezza, e la possibilità di fare un deployment rapido di una copia sul cloud per esempio per eseguire test o sviluppo software. I dati, insomma, rimangono “vivi” e utilizzabili, diversamente da quanto accade con i nastri. Trattandosi di un aggiornamento software, seguendo la filosofia Evergreen Storage dell’azienda è già disponibile gratuitamente per tutti i clienti che abbiano sistemi storage Flash Array.

Una nuova tecnologia, StorReduce, derivante dall’acquisizione, lo scorso agosto, dell’azienda omonima, produttrice di un software di deduplica e compressione dei dati. Attraverso StorReduce è possibile ridurre le dimensioni dello storage di un fattore medio di 1:5 prima di trasferirlo sul cloud storage Amazon S3, consentendo così un notevole risparmio dei costi ricorrenti per lo storage. La beta pubblica di StorReduce sarà disponibile a breve, e il rilascio definitivo è previsto entro la prima metà del 2019.

Pure Storage Cloud Data Services: quali cloud, quali clienti

Al momento, l’offerta è limitata al cloud di Amazon, ma la strategia di Pure Storage prevede l’espansione su altre piattaforme degli hyperscaler. La piattaforma è intrinsecamente multi cloud, ed è quindi aperta ad altri cloud provider. Trattandosi di immagini disco possono in teoria essere installati su qualsiasi macchina virtuale, ma sono necessari test e ottimizzazioni per garantire le massime prestazioni dalla specifica offerta IaaS e la massima protezione, per esempio assicurandosi che le diverse macchine virtuali che compongono l’array siano eseguite su differenti macchine fisiche, garantendo la ridondanza.

Alfredo Nulli, EMEA Cloud Architect di Pure Storage.

Alfredo Nulli, EMEA Cloud Architect di Pure Storage.

La possibilità di aprirsi al cloud semplicemente acquistando delle istanze AWS direttamente da Purity per estendere la data fabric aziendale sembra ideale per permettere a chi ancora non si è spostato sul cloud pubblico un deployment rapido e semplice, senza bisogno di progettare nuove architetture. Secondo Alfredo Nulli, EMEA Cloud Architect di Pure Storage, i Cloud Data Services di Pure Storage faranno breccia anche in quelle aziende che hanno già raggiunto un buon grado di maturità nell’utilizzo del cloud, perché permetterà di risolvere problemi che queste hanno già sperimentato, soprattutto perché permette di usare gli stessi tool di gestione e le stesse API sia per l’on-premises che per il cloud, e permette di abbattere i costi ricorrenti dello storage con la riduzione delle dimensioni dei dati.

Per Nulli, anche le aziende cloud-first e cloud-only potranno presto trarre vantaggio da Cloud Block Store, in ottica multi-cloud: usando lo stesso strumento sarà possibile gestire i dati su differenti piattaforme cloud in base al tipo di funzionalità richieste e al costo, e le applicazioni native del cloud potranno lavorare sui dati in modo organico senza preoccuparsi dell’infrastruttura in cui risiedono.

Le immagini disco per i Cloud Data Services di Pure Storage si possono scaricare direttamente dal marketplace di Amazon AWS, mentre per l’acquisto della licenza e l’attivazione del software si possono usare i tradizionali canali commerciali dell’azienda.