Nei giorni scorsi IDC ha rilasciato un nuovo report incentrato sul mercato dei prodotti infrastrutturali per il cloud riferito al primo trimestre 2016. Parliamo quindi di appliance come storage, server e switch Erthernet, che hanno fatto segnare una crescita del 3,9% anno su anno fino a raggiungere un valore di 6,6 miliardi di dollari nel Q1 2016. IDC specifica che la percentuale di crescita sarebbe potuta essere maggiore, se non fosse stato per un rallentamento della domanda da parte degli operatori di public cloud.

Si parla comunque di un settore che rappresenta il 32,3% dell’intera spesa IT, percentuale che lo scorso anno era invece ferma al 30,2%. Dei 6,6 miliardi di dollari di valore nel Q1 2016 il cloud pubblico rappresenta la fetta maggiore (3,9 miliardi) con una crescita anno su anno del 1,9%, mentre cresce di più (+6,8% sul 2015) il cloud privato, che fa però segnare un volume d’affari più basso (2,7 miliardi). Da notare che il valore delle infrastrutture IT non cloud è invece calato di ben il 6% rispetto allo stesso trimestre del 2015.

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Ad aver fatto segnare il balzo in avanti più significativo in questo mercato sono stati gli switch Ethernet (+53,7% per il cloud privato e +69,4% in quello pubblico), mentre le infrastrutture storage sono cresciute in ambito privato del 11,5% pur scendendo in quello pubblico (-29,6%). Situazione esattamente all’opposto per i server, che calano nel cloud privato (-1,1%) e guadagnano nel pubblico (+8,7%).

Passando invece ai produttori, HPE guida la classifica con un market share del 17,2% e introiti per 1,137 miliardi di dollari (+19,8% sul 2015), mentre al secondo posto troviamo Cisco con l’11,9% di market share e con revenue per 786 milioni di dollari (+30,1% sul 2015). Praticamente attaccata Dell, con l’11,8% del mercato e introiti per 782 milioni di dollari in crescita del 7,6% anno su anno. Seguono piuttosto staccate EMC (7,1% di market share), NetApp (3,7%), IBM (3,2%) e Lenovo (3,1%), mentre i produttori ODM Direct rappresentano ben il 18,2% del mercato e tutti gli altri il 23,9%. Tra i grandi nomi è stata IBM a far segnare l’andamento peggiore, con introiti scesi a 210 milioni di dollari in calo del 30,3% rispetto al primo trimestre del 2015.